venerdì 4 febbraio 2011

Anoressia, un "difetto" nel cervello ci fa vedere diversi da ciò che siamo

Uno studio italiano scopre una nuova causa "endogena" della malattia. Chi ne soffre ha una riduzione di volume delle aree cerebrali coinvolte nella rappresentazione mentale di sé e nella manipolazione delle immagini mentali. È la prima volta che si attribuisce una base neurobiologica alla patologia

di ADELE SARNO
ROMA - Guardandosi allo specchio hanno una percezione alterata della propria immagine. Per questo non si sentono mai abbastanza magre e smettono di mangiare, ammalandosi così di anoressia. La colpa è di un 'difetto di fabbrica' del cervello che è più vulnerabile in quelle aree coinvolte nella rappresentazione mentale di sé e nella manipolazione delle immagini mentali. La scoperta si deve a un gruppo di ricercatori italiani che, sulle pagine di Psychiatry research: Neuroimaging 1, spiega come nelle persone malate di anoressia si assista a una riduzione del volume del cervello, un meccanismo questo che è capace di modificare la percezione di sé stessi.
L'anoressia è una malattia che parte dalla mente per poi arrivare al corpo devastandolo nella sua biologia. Lo studio è stato realizzato al Dipartimento di neuroscienze dell'ospedale Bambino Gesù di Roma da Santino Gaudio, medico psichiatra, impegnato in diversi progetti di ricerca con importanti ospedali italiani, ed è il primo a riconoscere una base neurobiologica alla distorsione dell'immagine corporea, sintomo cardine dell'anoressia nervosa. Quel meccanismo cioè che induce una persona affetta da questo disturbo alimentare a pensare di non essere mai abbastanza magra e che, addirittura, lo porta a temere di ingrassare anche quando si versa in uno stato di denutrizione.
Continua ...

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