TELAVIV - La caduta del governo del presidente egiziano Hosni Mubarak, a causa della rivoluzione in corso in Egitto, sara' un duro colpo a Israele. Lo ha detto il ministro israeliano del Lavoro e dell'Industria Benyamin Ben Eliezer. Lodando Mubarak come un fedele alleato di Tel Aviv, Ben-Eliezer ha definito doloroso un eventuale cambio di regime nel Paese dei faraoni.
Interessante e' anche sentire i commenti fatti da alcuni esperti israeliani, riportati dal sito medarabnews, secondo i quali "tre o quattro giorni fa, l’Egitto era ancora nelle nostre mani. Molti politici – compreso il nostro massimo esperto di Egitto, Benjamin Ben-Eliezer – aveva detto che “tutto è sotto controllo”, che il Cairo non è Tunisi e che Mubarak è forte. Ben-Eliezer aveva detto di aver parlato al telefono con un alto funzionario egiziano, il quale gli aveva assicurato che non c’è niente di cui preoccuparsi. Potete contare su Hosni, in procinto di diventare l’ex presidente dell’Egitto. Ma tutto è cambiato. Si è scoperto che le valutazioni dei servizi segreti israeliani, che erano state recitate fino alla nausea dagli analisti di corte, erano ancora una volta, potremmo dire, non proprio il massimo dell’accuratezza. Il popolo dell’Egitto ha voluto dire la sua, ed ha avuto il coraggio di non mostrarsi in linea con i desideri di Israele. Un attimo prima che il destino di Mubarak sia sancito una volta per tutte, è giunto il momento di trarre le conclusioni israeliane.
Stando alla PressTv Ben-Eliezer ha anche criticato la politica di Washington verso l'Egitto, dicendo che "ritirando il suo sostegno al governo di Mubarak, gli Stati Uniti hanno spinto il Medio Oriente verso una catastrofe".
L'Egitto è stato il primo paese arabo a firmare un trattato di pace con Israele nel 1979, nel corso dei negoziati segreti a Camp David, negli Stati Uniti. L'Egitto è anche uno dei principali fornitori di gas naturale in Israele.
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