Il presidente del partito interviene alla conferenza delle donne democratiche e sgombera il campo dalle voci di attriti con il segretario sulla candidatura alla premiership. E a Renzi dice polemicamente: "Pensi più a Firenze..."
ROMA - "Bersani è il candidato alla presidenza del consiglio per il Pd ma i democratici devono cominciare a pensare a una leader donna". Rosy Bindi interviene alla conferenza delle donne democratiche e sgombera il campo dalle voci di attriti 1con il segretario sulla candidatura alla premiership. Secondo il presidente democratico bisogna distinguere la vicenda che la riguarda direttamente (per essere stata chiamata in causa da Nichi Vendola 2), da quella che attiene invece la possibilità che una donna diventi premier in italia: "Deve cominciare a cadere anche da noi il tabu per cui una donna non può diventare Presidente del consiglio. Bisogna farci i conti".
A Vendola che l'aveva chiamata in causa, Rosy Bindi replica secca: "Bisogna evitare di strumentalizzare le persone, soprattutto le donne e soprattutto una donna la quale vorrebbe ripetere che non si lascia strumentalizzare. Adesso ha capito che deve fare un passo indietro, ma quando si fanno passi così importanti bisogna farlo gratuitamente, evitando di trasferire i problemi in casa d'altri".
Per il presidente del Pd la premiership del segretario "è una regola che sta scritta nel nostro statuto. Io la condivido molto e vorrei che lo facessero tutti". Indicare il leader del partito come candidato premier "è una regola - osserva Rosy Bindi - che rende il partito più forte. E Bersani è una persona che ha tutte le qualità per guidare il paese oltre Berlusconi".
La Bindi dice di condividere l'impostazione secondo cui in caso di alleanze larghe il leader andrà scelto d'intesa con gli alleati: "Non lo diciamo perchè siamo un partito che si affida agli alleati ma perchè l'italia ha davvero bisogno di voltare pagina e ci dispiace che qualcuno non lo abbia ancora capito, magari perchè preoccupato dall'esigenza di salvare una fetta dell'elettorato". Un evidente riferimento al no di Casini all'alleanza del Pd.
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