ore 10:04 -
TEHERAN (IRAN) - Dopo sei anni di lotta sotterranea, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad può esultare: il suo principale avversario politico, il suo predecessore Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, non si ripresenterà alla carica di presidente del Consiglio degli Esperti, un organo di controllo giuridico sull'attività del Presidente iraniano formato da 86 giuristi. I contrasti politici tra i due nascono nel 2005, quando entrambi si presentano per la carica di Presidente e vince Ahmadinejad. Contrasti che poi si acuiscono quando Rafsanjani appoggia, sia pure debolmente la cosiddetta "Onda vedre", un movimento guidato da Housein Mir Moussavi e finanziato dall'Occidente, che si è caratterizzato per le sue manifestazioni violente. Al punto che pochi giorni fa la figlia di Rafsanjani, Faeze, è stata arrestata durante dei tafferugli durante una manifestazione; mentre uno dei figli, Mehdi, è scappato a Londra per sfuggire ad un mandato di cattura.
Queste disavventure familiari hanno indebolito la posizione politica dell'ex presidente, convincendolo a non presentare la propria candidatura per il rinnovo della carica. E così adesso è stato eletto Mahdavi Khani, ottantenne ayatollah e khomenista della prima ora, ora rettore dell'università Imam Saddaeq, che è quella in cui si formano i fituri diplomatici iraniani.
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