mercoledì 9 marzo 2011

Rai, offensiva di Masi: fuori Dandini, Fazio e ricorso contro reintegro Santoro

Mauro Masi
di Alberto Guarnieri

ROMA - Sì a emendamenti costruttivi, no allo snaturamento della proposta: con questa apertura del Pdl riprende oggi in Vigilanza la discussione generale sull’atto di indirizzo sul pluralismo, finito al centro delle polemiche per alcune norme della bozza messa a punto dal capogruppo Pdl, Alessio Butti. Il nuovo clima, più disteso, di cui già dallo scorso week end si avvertivano segnali, dipende forse anche dalle mosse del direttore generale Mauro Masi, che sta a grandi passi “riequilibrando” pro Pdl i palinsesti della tv pubblica.
Masi, che già ha inserito dalla primavera Giuliano Ferrara e Vittorio Sgarbi e darà una prima serata a Bruno Vespa, sembra deciso a non rinnovare i contratti di due big di Raitre particolarmente sgraditi al centrodestra: Fabio Fazio e Serena Dandini. Il loro rapporto di esclusiva con Viale Mazzini scade a luglio, e l’idea del dg è di non presentare nei palinsesti di autunno nè “Che tempo che fa”, nè “Parla con me”.
Fazio ha appena annunciato di voler rifare con Roberto Saviano “Vieni via con me”, ma le sue parole vengono lette a viale Mazzini più come una provocazione, per alzare il clamore dell’addio, che come una reale intenzione. Certo non sarà facile per la Rai, sempre nel mirino di Corte dei conti e magistratura, giustificare l’addio a trasmissioni di grande successo. Anche se lo spirare del contratto aiuta.
Molto più semplice risolvere il “caso” Dandini, il cui programma non è altrettanto popolare.Inoltre la risoluzione del contratto non porrebbe problemi perché si tratta di una collaborazione con la casa di produzione, la Fandango, non con la conduttrice direttamente.
L’offensiva di Masi, come già scritto, è rivolta anche a Michele Santoro. Il dg sta procedendo su due fronti. Ha ingaggiato nuovi avvocati che hanno fatto istanza di anticipazione (accolta) dell’udienza in Cassazione, contro il reintegro di Santoro, che si potrebbe celebrare già entro giugno. Poi una seconda istanza alla corte d’Appello per la reinterpretazione della sentenza di reintegro

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