domenica 10 aprile 2011

Ajdabiya è una città fantasma fucili contro i missili di Gheddafi

Tra i ribelli in fuga, pregando per i raid della Nato

di ALBERTO FLORES D'ARCAIS
AJDABIYA - I razzi arrivano all'improvviso, un botto sordo, le nuvole nere di fumo che s'innalzano al cielo. Alla porta occidentale di Ajdabiya, due grandi arcate di metallo verde che segnano il check-point più avanzato dei ribelli della Cirenaica in questa città-fantasma, in pochi minuti è il caos. Le grida degli shabab, i ragazzi in armi che formano il grosso di questo esercito malandato, si mescolano alle urla dei pochi soldati professionisti, il sibilo dei razzi katiuscia sparati in risposta dalle camionette si mescola al rumore delle sterzate e ai clacson delle auto, che sgommando fuggono alla volta di Bengasi.
I "gheddafiani" sono all'attacco, solo venti o trenta chilometri più in là, sulla strada in mezzo al deserto che porta a Brega. Contro i loro missili Grad (40 km di gittata) non c'è niente da fare, la fuga è l'unica opzione possibile, in attesa che qualche aereo Nato li costringa a loro volta a tornare indietro. In questo lembo di deserto da giorni si combatte così, avanzano gli uni, poi gli altri, la stessa tattica militare, colonne mobili da "colpisci e scappa". La differenza la fanno le armi, e i Grad garantiscono ai fedeli del Colonnello la supremazia.
Continua ...

Nessun commento:

Posta un commento