domenica 17 aprile 2011

Berlusconi: "C'è un patto tra Fini e giudici" La replica: "Menzogne non più tollerabili"

Gianfranco Fini, presidente della Camera
Roma, 17 apr. - (Adnkronos) - Botta e risposta tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente della Camera Gianfranco Fini. Questa mattina, dal palco del Teatro Nuovo di Milano per la ricandidatura di Letizia Moratti a sindaco della città, il Cavaliere ha attaccato l'ex alleato: "Un giudice mi ha raccontato tutto: Fini aveva stretto un 'pactum sceleris' con i giudici. 'Voi mi proteggete e perseguite Berlusconi e finché sarò presidente della Camera non ci sarà nessuna riforma che vi dispiaccia. Finito Berlusconi faremo le riforme che vi piacciono'".

Parole che hanno trovato subito la netta risposta del diretto interessato: "L'escalation di quotidiane menzogne di Berlusconi non è più tollerabile. Anche oggi, e per l'ennesima volta, il presidente del Consiglio ha detto di avere le prove di un patto scellerato che avrei sottoscritto con la magistratura per impedire le riforme della giustizia. Lo sfido a dimostrare quel che dice: dica il nome del magistrato che glielo avrebbe detto, e fornisca le prove a sostegno delle sue parole: se non rispondera', cosa di cui sono certo, gli italiani avranno la prova che non sa cosa significhi la parola vergogna".

Di "bugia" e "grave calunnia" parla Giuseppe Cascini, segretario dell'Anm. "E' totalmente falso -ha detto a 'In mezz'ora'-. Berlusconi indichi i nomi, faccia vedere questo documento. Avvelenare le acque fa parte di una strategia di avvitamento del sistema".

A questo proposito, Cascini ha parlato di una "spirale senza sbocco o uscita. La delegittimazione costante di poteri dello Stato non ha una possibile uscita istituzionale. E' una rottura istituzionale, il problema vero e' la rottura del tessuto istituzionale".

Il segretario dell'Anm domani vedra' Fini: "Vogliamo far sentire la nostra opinione sulle ipotesi di modifiche costituzionali. Abbiamo portato la nostra opinione al presidente della Repubblica e al presidente del Senato, domani lo faremo al presidente della Camera e poi ai gruppi parlamentari. Non rinunciamo a far prevalere l'arma della ragione".

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