venerdì 1 aprile 2011

Dall'Afghanistan al deserto libico l'ultima guerra segreta della Cia

Agenti speciali sul terreno per indirizzare i bombardieri. A piccoli gruppi si infiltrano tra le linee per carpire informazioni. Dove ci sono "armi intelligenti" di norma ci sono loro a guidarle sugli obiettivi

di VITTORIO ZUCCONI
L'America in Libia come in Afghanistan, sperando che finisca meglio. Lo scenario già visto della piccola guerra affidata a piccoli commando. Il modello è lo stesso costruito per rovesciare i Taliban 10 anni or sono. Mettere il dito della Cia nell'ingranaggio per muoverlo a proprio favore, ma senza stritolare la mano dell'America come in Iraq.
Forze speciali americane e inglesi, sotto il controllo operativo dalla Cia, sono da settimane attive in Libia per indirizzare i bombardieri, cercare Gheddafi e per sostenere la marcia dei ribelli lasciando poi che siano i clan a proclamare vittoria. Non è la "lunga mano della Cia" o dell'MI6 inglese, come nel golpe in Cile contro Allende, in Vietnam contro Diem o in Iran contro Mossadeq a tirare i fili delle marionette. È stata la ribellione inattesa a muovere la mano della Cia.
È una scelta minima e obbligatoria, che il governo americano passa a giornali come il New York Times, perché rivelino quello che tutti sospettavano. Questo è da decenni, e molto prima delle guerre di Bush jr, il modus operandi dell'America quando vuol condurre guerre per procura e mantenere la "negabilità" della propria presenza ufficiale. Dunque, non essere quella che perde la guerra, se dovesse finire male.
Continua ...

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