venerdì 1 aprile 2011

Libia, nuovo strappo della Germania "La crisi non si risolve con mezzi militari"

Il ministro degli Esteri Westerwelle dalla Cina ribadisce la posizione controcorrente della Merkel sull'intervento internazionale. "Occorre soluzione politica tramite un cessate il fuoco"

dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
BERLINO - Nuovo, duro strappo della Germania del centrodestra di Angela Merkel dalla linea Nato sul caso Libia. Il vicecancelliere e ministro degli Esteri, Guido Westerwelle, in visita in Cina, ha detto che "non è con i mezzi militari che si può risolvere la crisi libica". Westerwelle ha aggiunto che occorre una soluzione politica, la quale secondo lui deve passare da un cessate-il-fuoco, che "anche" Gheddafi dovrebbe rispettare.
Le dichiarazioni di Westerwelle, sicuramente accolte con molta soddisfazione a Pechino dove egli si trova, così come a Mosca (due potenze contrarie all'intervento lanciato dalla Nato per salvare i civili libici dai massacri ordinati dal dittatore e dal suo clan) minacciano di creare nuove spaccature e gravi tensioni tra la Germania e i suoi alleati, e difficoltà politiche al campo occidentale. La Germania come è noto si era clamorosamente astenuta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla risoluzione 1973, quella che autorizzava l'uso della forza e l'istituzione di una no-fly zone per proteggere i civili libici dalla violenza del regime. Berlino aveva votato insieme a Russia, Cina, India e Brasile rompendo il fronte Ue e Nato. All'Onu, hanno scritto i media tedeschi, il vicecancelliere avrebbe addirittura voluto votare contro la risoluzione, e solo la Merkel lo avrebbe in parte frenato, ma senza comunque rinunciare allo strappo con gli alleati.
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