giovedì 9 giugno 2011

No all'estradizione: Battisti torna libero. L'Italia ricorrerà alla Corte dell'Aja

Cesare Battisti (Fermo immagine SkyTg24)
Roma, 9 giu. (Adnkronos/Ign) - Cesare Battisti torna libero. L'ex leader dei Pac, condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi, ha lasciato il carcere di Papuda, in Brasile, cinque minuti dopo la mezzanotte di oggi (le 5.05 in Italia) dopo che il Tribunale supremo federale brasiliano ha deciso con un voto a maggioranza - 6 giudici contro 3 - di negare l'estradizione in Italia. I giudici hanno quindi confermato la decisione presa da Luiz Inacio Lula da Silva poco prima della fine del suo mandato come presidente.
L'ex terrorista dei Proletari armati per la rivoluzione ha lasciato il carcere a bordo di un'auto nera che gli è stata messa a disposizione dallo studio dell'avvocato Luiz Eduardo Greenhalgh, per raggiungere la località di Solar de Brasilia. Battisti, che si è lasciato fotografare, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione ai giornalisti che lo attendevano.

"Deplora'' la decisione del Tribunale Supremo del Brasile il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che, in una nota del Quirinale, sottolinea come il no all'estradizione di Battisti assuma ''un significatogravemente lesivo del rispetto dovuto sia agli accordi sottoscritti in materia tra l'Italia e il Brasile sia alle ragioni della lotta contro il terrorismo condotta in Italia - in difesa delle libertà e istituzioni democratiche - nella rigorosa osservanza delle regole dello Stato di diritto". Per il capo dello Stato, che ''appoggia pienamente ogni passo che l'Italia vorrà compiere'', la decisione ''contrasta con gli storici rapporti di consanguineità e amicizia tra i due Paesi''.

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha espresso ''vivo rammarico'' per la liberazione di Battisti e ha annunciato che l'Italia ricorrerà alla Corte dell'Aja. ''Noi siamo convinti delle nostre buone ragioni - ha aggiunto - e abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità, nei confronti del Brasile, per far valere le nostre ragioni".
Continua ...

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