sabato 13 agosto 2011

Il “povero” Dell’Utri venderà la sua villa al lago



Il senatore rilascia un’intervista al Corriere sui prestiti di Berlusconi
Marcello Dell’Utri come un metalmeccanico della Fiat. Il prestito infruttifero che Silvio Berlusconi gli ha fatto, per la sommetta di otto milioni di euro, gli serve per ristrutturare e poi vendere la sua villa al lago. Perché, si sa, la vita è dura per tutti. Ne parla con Felice Cavallaro sul Corriere:
«Capisco che sui miei affari personali e privati, anche quando si parla di ristrutturare, comprare o vendere una casa, chi mesta nel torbido ci voglia sempre mettere lo zampino. Capisco certi giornali, ma che c’entra il Corriere con questa rottura di c…?».
Senatore, presidente, dottore, ma che linguaggio, per lei sempre forbito…
«Beh, allora mi correggo. Scusi, che gliene frega dei miei affari?».
Beh, può sorprendere sapere che un uomo, per quanto facoltoso e potente come lei, spenda su una casa io milioni, pur trattandosi di una villa da nababbi sul lago di Como. E se si scopre che se li fa prestare dal Cavaliere può sorgere qualche dubbio. O no?
«Quali dubbi? Ognuno di noi in questo Paese non è più libero di fare una trattativa, di chiedere un prestito a un amico, di fare un lavoro a casa, di avere un guaio? Tutto deve diventare di dominio pubblico, senza un minimo di riserbo? E questa non è secondo lei una rottura di c…?». [...]
E’ la Guardia di Finanza a dire che lei, sotto di tre milioni di curo, avrebbe incassato 8 milioni di curo da Berlusconi, come secondo versamento, dopo una prima rimessa di un milione e mezzo. Perché?
«Perché cosa? Che cosa sospettate?».
Il retro pensiero dei malpensanti è che Berlusconi potrebbe averla pagata per mantenere un segreto o per non dire qualcosa… Magari con riferimento a qualche processo. Insinuazione infondata?
«Menti disturbate possono pensare queste cose, ma io non mi voglio disturbare e vorrei starmene tranquillo».
Basterebbe dire perché il Cavaliere le dona tanti soldi.
«Quale dono? Che il Cavaliere faccia un prestito sono fatti miei, non debbo dirlo a nessuno».
Continua ...

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