domenica 21 agosto 2011

Specie in fuga dal caldo "Migrazioni più veloci"

Studio su Science: lo spostamento di animali e piante verso altitudini più elevate e temperature più fresche è costante e due-tre volte più rapido del previsto. È la risposta ai mutamenti climatici, in una tendenza chiara negli ultimi 40 anni destinata a non fermarsidi ALESSIA MANFREDI

È UNA FUGA costante, senza tregua, verso l'alto e dove fa più fresco. E molto più rapida di quanto non si pensasse fino ad ora: piante ed animali scappano dagli effetti dei mutamenti climatici, in cerca di temperature meno calde e di altitudini più elevate. In Svizzera le piante, nello stato di New York gli uccelli, ma anche le farfalle in Finlandia, o gli squali che mai si sono spinti così a nord nelle acque gelide dell'oriente russo, attaccando l'uomo, come osservato ora dagli scienziati, sconcertati. VIDEO Gli squali attaccano l'uomo 1 A tracciare un quadro di come la natura si stia difendendo di fronte all'aumento globale delle temperature è uno studio su Science 2, che ha preso in esame oltre duemila reazioni di animali e piante, arrivando alla conclusione che in media queste si sono spostate verso l'alto di 12,2 metri a decade e verso latitudini più fresche di 16,6 chilometri ogni dieci anni. Il che equivale ad un allontanamento dall'equatore "di 20 cm ogni ora, ogni ora del giorno, per ogni giorno dell'anno", riassume il professor Chris Thomas, docente di Conservation biology all'università di York, in Gran Bretagna e leader del progetto di ricerca. Una marcia silenziosa ma inesorabile, che ha segnato gli ultimi 40 anni e non è destinata a fermarsi. La ricerca, guidata anche da I-Ching Chen, dell'Academia Sinica di Taipei, a Taiwan, mostra per la prima volta senza ambiguità che dove il clima si è fatto più caldo e afoso, piante ed animali si sono spostati maggiormente verso zone più adatte alla loro sopravvivenza. E' il surriscaldamento globale il motore di questa migrazione, "che fa spostare le specie verso i poli e verso elevazioni più alte", conferma Chen. Se il discorso è valido in generale, nell'ambito delle singole specie la questione si fa più sfaccettata. La fuga non è univoca: alcune specie si sono spostate più lentamente rispetto alle previsioni, alcune sono rimaste ferme, a fronte di altre che hanno accelerato la loro marcia, forse perché sensibili ad un particolare aspetto o conseguenza del riscaldamento o perché altri mutamenti ambientali ne hanno condizionato la risposta. E' il caso della argynnis adipe, in Gran Bretagna: la farfalla non si è spostata a nord verso la Scozia, come era logico aspettarsi se il riscaldamento globale fosse stato l'unica causa in ballo. "Invece, si è ritirata perché il suo habitat è andato perduto", ha spiegato il dottor David Roy, co-autore dello studio.
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