Secondo l’avvocato quelle dodici costole fratturate rinvenute dall’autopsia sarebbero poco compatibili con un “malore”
“Ci sono molte analogie con il caso Aldrovandi’, il 18enne studente ferrarese morto nel 2005 in seguito ad una colluttazione con gli agenti di polizia, poi condannati in primo grado a tre anni e sei mesi”. Non usa mezzi termini l’avvocato Antonio Paparo per descrivere quello che potrebbe essere accaduto lunedi’ scorso, quando e’ morto Luigi Marinelli, il 49enne con problemi di schizofrenia che si era scagliato contro la madre ed era stato poi bloccato dagli agenti di polizia. Si era parlato di malore, ma ad insinuare i dubbi sulla ricostruzione di quanto accaduto in quell’appartamento nel quartiere residenziale romano dell’Eur, sono stati i primi risultati dell’autopsia sul corpo di Marinelli, ex tossicodipendente con problemi mentali. ‘Ci sono 12 costole fratturate – spiega l’avvocato leggendo minuziosamente il verbale – con un’emorragia interna in seguito alla lesione della milza. Insomma mi sembra un quadro clinico non compatibile con un arresto. C’e’ il rischio che gli agenti abbiano sbagliato molte cose’. ‘Sicuramente – continua – sono andati sopra le righe nella procedura d’arresto’.
E’ VERO? - A rincarare la dose di accuse nei confronti della polizia e’ pero’ il fratello di Luigi Marinelli, Vittorio, che di professione fa l’avvocato ed e’ pronto a procedere per vie legali nei confronti dei poliziotti. ‘Ce l’hanno ammazzato loro – sostiene – lo dimostra anche l’autopsia’. ‘Lunedi’ scorso – e’ la ricostruzione di Vittorio, testimone oculare di quanto accaduto nell’appartamento di via Francesco De Vivo – dopo la chiamata di mia madre, si sono presentati tre bravissimi agenti di polizia che erano riusciti a calmare Luigi conquistandosi la sua fiducia. Ma quando mio fratello voleva uscire di casa per raggiungere la fidanzata lo hanno bloccato, e direi giustamente dato che era ancora su di giri’. Proprio quel gesto ha scatenato l’ira di Luigi che ha provato a divincolarsi. ‘I tre agenti non riuscivano a tenerlo cosi’ hanno chiamato rinforzi – ricorda il fratello – Poco dopo e’ arrivato un quarto agente, un vero energumeno, che e’ saltato addosso a mio fratello ammanettandolo e bloccandolo violentemente contro la porta spingendo con il ginocchio contro la sua schiena’. ‘Mi sono subito accorto che qualcosa non andava e ho gridato immediatamente di togliergli le manette, ma non avevano le chiavi’, continua. ‘Solo con l’arrivo di altri agenti con le chiavi, i poliziotti sono riusciti a liberare mio fratello che pero’ era ormai esanime a terra. Inutile l’arrivo del 118. Ormai era morto – sottolinea Vittorio Marinelli – gli operatori dell’ambulanza, arrivati in ritardo di un’ora, non dovevano portare via il corpo’. ‘E pensare che gli agenti non sono stati capaci neanche di fare la respirazione bocca a bocca, l’ho dovuta fare io – conclude -, poi loro hanno provato inutilmente a fare un massaggio cardiaco’.
Continua ...
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