sabato 1 ottobre 2011

Via al Redditometro, nel 2012 conti correnti sott’occhio

Via al Redditometro, nel 2012 conti correnti sott’occhio
ROMA - Redditometro più completo quello che entro il 2012, l’agenzia delle entrate, utilizzerà per “analizzare” le dichiarazioni dei redditi. Lo strumento di accertamento sintetico del reddito, che consente al fisco una determinazione indiretta del reddito complessivo del contribuente, prenderà in considerazione anche le informazioni relative ai rapporti fiscali. Da ciò deriva che l’Agenzia delle Entrate potrà ottenere informazioni non solo riguardo agli estremi dei conti, ma anche a tutto quello che attiene ai risparmi, spese e redditi; in poche parole l’Agenzia svolgerà un controllo completo su tutte le disponibilità economiche dei contribuenti e sul loro atteggiamento fiscale. Nel momento in cui il Fisco, perciò, verificherà delle anomalie esporrà il contribuente a un controllo, a seguito del quale si potrà valutare l’effettiva irregolarità o correttezza del contribuente.
La notizia si è appresa ieri, in occasione del convegno sui 150 anni del Fisco unitario, tenutosi all’Aquila ed organizzato dalla direzione regionale dell’Abruzzo dell’Agenzia delle Entrate.
Ma cos’è e come funziona Il Redditometro - Attraverso questo strumento, l'Agenzia delle Entrate prende come riferimento il possesso o la disponibilità di taluni beni che sono sintomo (indicatori) di capacità contributiva ed associa agli stessi un certo reddito, utilizzando appositi coefficienti e dati tratti da un D.M. del Ministero delle Finanze. Così facendo individua una sorta di reddito "congruo" in relazione al mantenimento di ogni bene. I singoli redditi associati ai beni vengono cumulati, con opportune aggiustamenti di decurtazione, dando vita al reddito sintetico complessivamente accertato in capo al contribuente. Qualora il reddito individuati risulti maggiore rispetto a quello dichiarato, e lo scostamento sia superiore ad 1/5, l'amministrazione finanziaria sarà legittimita ad emettere un avviso di accertamento, basato proprio su tale rideterminazione sintetica del reddito. La ratio è, in sostanza, che se il contribuente ha potuto permettersi certe spese, avrà dovuto pur finanziarle in un certo modo, che il fisco presume essere la percezione di redditi in nero. Spetterà a questo punto al contribuente dimostrare che il mantenimento dei beni che risultano in suo possesso è finanziato da redditi esenti (e come tali non suscettibili di dichiarazione), da smobilizzi patrimoniali, da elargizioni del coniuge o genitore o, in generale, offrire qualunque giustificazione che escluda la percezione di redditi non dichiarati al fisco.

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