In un video le 80 aree coinvolte che entrano successivamente in funzione
Che cosa succede nel cevrello durante l'orgasmo MILANO - Che cosa succede realmente nel cervello umano quando si raggiunge l’orgasmo? Un filmato di cinque minuti pubblicato dal Guardian viaThevisuaIMD.com e realizzato dal team del professor Barry Komisaruk, psicologo dellaRutgers University del New Jersey , prova a rispondere alla domanda grazie a un esperimento senza precedenti, che ha coinvolto la 54enne terapeuta del sesso Nan Wise, che fa parte dell’equipe di Komisaruk. Collegata ad uno scanner in modalità di risonanza magnetica funzionale che scattava immagini al suo cervello ogni due secondi, la donna si è infatti sottoposta volontariamente a stimolazione sessuale e, in base alla visualizzazione dei livelli di ossigeno nel sangue attraverso una scala cromatica che andava dal rosso scuro (il punto più basso) al bianco (il punto più alto), passando per l’arancione e il giallo, si è così visto che erano oltre 80 le aree cerebrali interessate dall’orgasmo. «L’obiettivo principale della ricerca era quello di capire come, partendo dalla stimolazione genitale, l’orgasmo raggiungesse il cervello e quali parti dello stesso fossero interessate dal fenomeno – ha spiegato il professor Komisaruk presentando il lavoro al meeting annuale della “Society for Neuroscience” che si è svolto lunedì scorso a Washington – e ci auguriamo che i risultati dell’esperimento ci aiutino ora a stabilire dove questo processo cerebrale arrivi ad interrompersi nei casi di anorgasmia, rendendo così impossibile il raggiungimento del climax».IL PERCORSO - Il video mostra come l’attività cerebrale prenda il via dalla corteccia sensoriale (che è l’area legata alla zona genitale) ma passi poi rapidamente nel sistema limbico, coinvolgendo emozioni e memoria e lungo termine, e da qui si divida nel cervelletto e nella corteccia frontale, per poi raggiungere il picco nell’ipotalamo, da dove iniziano gli impulsi nervosi responsabili del rilascio di un ormone – l’ossitocina – che causa la contrazione dell’utero ed è responsabile della sensazione di piacere. Passato l’orgasmo, l’attività cerebrale diminuisce lentamente, fino a tornare nelle condizioni di partenza. Komisaruk sta anche lavorando allo sviluppo di una tecnica che consenta alle persone collegate allo scanner di veder proiettata quasi istantaneamente sullo schermo la loro attività cerebrale, così da capire dove eventualmente intervenire per cambiarla, in una sorta di “neurobiofeedback” che aiuti a curare patologie come ansia e depressione.
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