venerdì 25 novembre 2011

ITALIA - Magistrati senza responsabilita' civile. Corte Ue: contrario al diritto comunitario

La legge italiana sulla responsabilita' civile dei magistrati per i danni arrecati ai singoli a seguito dalla violazione del diritto Ue e' contraria al diritto dell'Unione. Lo ha stabilito oggi una sentenza della Corte di Giustizia secondo cui l'esclusione ovvero la limitazione della responsabilita' dello Stato ai casi di dolo o di colpa grave e' contraria al principio generale di responsabilita' degli Stati membri per violazione del diritto dell'Unione da parte di un organo giurisdizionale di ultimo grado. Il diritto dell'Unione, indica la Corte, impone agli Stati membri di risarcire i danni arrecati ai singoli a seguito di violazioni del diritto dell'Unione ad essi imputabili, principio che vale nel caso in cui la violazione sia commessa dal potere giudiziario. La Commissione sostiene che la legge italiana sul risarcimento dei danni provocati nell'esercizio delle funzioni giudiziarie e sulla responsabilità civile dei magistrati e' incompatibile con la giurisprudenza della Corte di giustizia relativa alla responsabilita' degli Stati membri per violazione del diritto dell'Unione da parte di un proprio organo giurisdizionale di ultimo grado. Bruxelles ha contestato all'Italia di avere escluso qualsiasi responsabilita' dello Stato per i danni causati a singoli qualora la violazione del diritto dell'Unione derivi da un'interpretazione di norme di diritto o dalla valutazione di fatti e di prove effettuata da un siffatto organo e di aver limitato la possibilita' di invocare tale responsabilita' ai soli casi di dolo o colpa grave. La Corte rileva che la legge italiana esclude in via generale la responsabilita' dello Stato nei settori dell'interpretazione del diritto e della valutazione di fatti e di prove, mentre il diritto dell'Unione non prevede una esclusione generale della responsabilita' dello Stato per i danni arrecati ai singoli a seguito di una violazione del diritto dell'Unione imputabile a un organo giurisdizionale di ultimo grado qualora tale violazione risulti dall'interpretazione di norme di diritto o dalla valutazione di fatti e di prove operata dall'organo medesimo. Inoltre, l'Italia non ha dimostrato che la normativa italiana venga interpretata dai giudici nazionali nel senso di porre un semplice limite alla responsabilità dello Stato e non nel senso di escluderla. Secondo la Corte, inoltre, la Commissione ha fornito sufficienti elementi volti a provare che la condizione della colpa grave, prevista dalla legge italiana, come interpretata dalla Corte di Cassazione italiana, "si risolve nell'imporre requisiti piu' rigorosi di quelli derivanti dalla condizione di violazione manifesta del diritto vigente". Per contro, "l'Italia non e' stata in grado di provare che l'interpretazione di tale legge ad opera dei giudici italiani sia conforme alla giurisprudenza della Corte di giustizia". Questa la conclusione: la normativa italiana "e' in contrasto con il principio generale di responsabilità degli Stati membri per la violazione del diritto dell'Unione". Qui la sentenza

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