venerdì 25 novembre 2011

Mills sarà sentito dai giudici di Milano

Respinta la richiesta del rinvio dell'interrogatorio dell'avvocato inglese avanzata dai suoi legali.

David MillsDavid Mills
MILANO - La giustizia inglese ha respinto la richiesta, avanzata dai legali dell'avvocato inglese David Mills, di bloccare l'interrogatorio a Milano, in collegamento video da Londra, dello stesso Mills, la figura chiave del processo per corruzione di testimone in cui è imputato l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Nel dare l'annuncio della sua decisione, il giudice britannico David Bean ha accusato gli avvocati di Berlusconi di tentare di ritardare il procedimento, già più volte rinviato tramite «i più sofisticati tatticismi». Secondo il pm di Milano Fabio De Pasquale, Mills avrebbe ricevuto 600 mila dollari da Berlusconi come «regalo» per le sue testimonianze reticenti in due vecchi processi a carico dell'ex premier: All Iberian e quello su presunte tangenti alla Guardia di Finanza.

PRESCRIZIONE - Mills è stato condannato in primo e secondo grado a 4 anni e mezzo per corruzione in atti giudiziari e poi la Cassazione ha dichiarato la prescrizione del reato. Il processo a Berlusconi, invece, dovrebbe terminare, stando a un calendario già fissato, il prossimo 16 gennaio, con il termine di prescrizione che scadrà qualche settimana dopo. Tuttavia, proprio l'empasse sulla testimonianza di Mills avrebbe potuto far slittare la sentenza. Mills, attraverso il suo legale, l'avvocato Federico Cecconi, aveva presentato all'Alta Corte di Londra il problema del «rischio di auto-incriminazione», ricordando, tra l'altro, quello che successe nel 2003, quando testimoniando da Londra nel processo Sme, a carico tra gli altri di Berlusconi, l'avvocato d'affari venne poi accusato di falsa testimonianza dalla Procura di Milano (il gip ha recentemente archiviato per prescrizione). I rappresentanti del pm De Pasquale avevano invece chiesto all'Alta Corte di autorizzare la testimonianza di Mills. La decisione dell'Alta Corte ha dato il via libera all'interrogatorio. Ora però si pone la questione, tutta interna stavolta all'ordinamento italiano, se sentire Mills come teste «semplice», con l'obbligo di dire la verità, come vuole l'accusa, o assistito dal legale, con la facoltà di non rispondere, come chiede la difesa. Sarà il tribunale di Milano a dover «sciogliere il nodo».

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