giovedì 17 novembre 2011

Monti: "Non siamo i poteri forti" Interventi su Ici, pensioni e lavoro

Roma, 17 nov. (Adnkronos/Ign) - Un corale applauso ha accolto il presidente del Consiglio Mario Monti al suo primo discorso nell'aula del Senato per ottenere la fiducia di Palazzo Madama al governo che ha giurato ieri. Non appena il presidente del Senato, Renato Schifani, gli ha dato la parola è partita l'acclamazione dell'assemblea alla quale non hanno però partecipato i senatori della Lega che hanno ostentato la loro freddezza nei confronti del premier evitando di battere le mani.

Monti ha ringraziato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e harivolto un "pensiero rispettoso e cordiale al presidente Berlusconi". "Mi fa piacere riconoscere il suo impegno nel facilitare in questi giorni la mia presa di successione", ha detto il premier.

"Il governo riconosce di essere nato per affrontare con spirito costruttivo e unitario una seria emergenza. E' un governo di impegno nazionale", ha messo in chiaro Monti assicurando che "ci sarà sempre la chiara difesa del ruolo delle Camere" perché "il Parlamento è il cuore pulsante di ogni politica di governo, lo snodo decisivo per il rilancio e il riscatto della vita democratica". "Spero - ha proseguito il presidente del Consiglio - che il mio governo e io potremo contribuire in modo rispettoso e con umiltà a riconciliare maggiormente i cittadini e le istituzioni alla politica", in modo da "prendere insieme, senza confusione di responsabilità, provvedimenti all'altezza della situazione difficile che il Paese attraversa".

Quanto all'azione del governo, poggerà su tre leve: ''Rigore, crescita ed equità''. La distribuzione dei "sacrifici sarà equa. E tanto maggiore sarà l'equità della loro distribuzione tanto più ampia sarà la maggioranza parlamentare che li potrà sostenere" ha sostenuto il premier aggiungendo che "nell'immediato dobbiamo dare piena attuazione alla manovra varata questa estate completandola con interventi in linea con la lettera Ue".

In questo contesto il "riordino delle province" si può fare con "legge ordinaria". Mentre con la "modifica costituzionale si potrà completare il processo fino alla completa eliminazione". Sì inoltre all'introduzione in Costituzione della norma sul vincolo di bilancio, perché "può contribuire a mantenere nel tempo il pareggio di bilancio programmato nel 2013" e ''anche in considerazione della complessità della regola sarà opportuno studiare l'esperienza di alcuni Paesi europei che hanno affidato ad autorità indipendenti la valutazione del rispetto sostanziale della regola".
Continua ...

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