Lo Stato incassa miliardi di euro dall'attività di lotto e lotterie ma come vengono impiegate tali somme?
Ogni volta che entro in una tabaccheria o in un bar sono attorniata da decine di persone anonime, con il capo chino, impegnate a giocare al Gratta e Vinci; altri provano con il superenalotto oppure con il lottoma anche con Win for Life e tra poco si riprende con la Lotteria Italia. A questi si aggiungono lescommesse legate agli eventi sportivi, le scommesse online, il poker.
In Italia si gioca tantissimo e gli italiani confidano di trovare soluzione ai loro problemi affidandosi alla dea bendata. In questa sede non voglio affrontare le implicazioni morali e sociali del fenomeno, fermo restando idisastri che una dipendenza dal gioco può provocare.
E' noto che per alcuni giochi, come il superenalotto, la percentuale del montepremi in palio è di gran lunga inferiore rispetto alle quote giocate, per cui c'è da aspettarsi che l'attività di lotto e lotterie sia piuttosto redditizia per lo
Stato ma anche per la
società che gestisce queste attività per conto dello Stato,
Lottomatica Group. Sono andata a guardarmi un po' le
cifre del gruppo relative all'ultimo trimestre ed è confortante vedere che in Italia non tutto va male.
Anzi, il gruppo Lottomatica si trova in pieno trend di crescita, con risultati record e il titolo va a gonfie vele in Borsa. E questo non può che fare piacere.
Inoltre, il gruppo presenta un bilancio sociale in cui vengono descritte le iniziative a favore dell'ambiente. Fin qui tutto bene. Poiché si tratta di un gruppo, in Lottomatica confluiscono altre società, tutte accomunate dalla gestione di attività legate a giochi e lotterie varie. In particolare, Lottomatica è la concessionaria esclusiva per lo Stato italiano in tale settore, per cui se vanno bene le casse di Lottomatica, dovrebbero andare bene anche le casse dello Stato nell'ambito delle comuni attività.
A questo punto, la domanda sorge spontanea: ma dove finiscono i soldi che lo Stato ricava da lotto, lotterie e giochi vari? Tanto per fare un esempio, una quota di tali soldi dovrebbe affluire ad un apposito fondo presso il Ministero dei Beni Culturali per essere utilizzata per la salvaguardia del patrimonio artistico. Non mancano progetti di finanziamento per la ricostruzione post terremoto in Abruzzo, previsti da appositi decreti legge.
Eppure, visto lo stato di notevole degrado del patrimonio artistico italiano e i ritardi della ricostruzione in Abruzzo, c'è qualche beneficiario che abbia usufruito di tali somme finora? C'è qualcuno in grado di sapere come stiano effettivamente le cose? Archiviato il governo Berlusconi, confidiamo in una stagione di maggiore trasparenza anche in questo campo. Tra i molteplici compiti e responsabilità che incombono sul neonato governo Monti, ci auguriamo che possa essere trovato il tempo necessario anche per rispondere a questa domanda che non sembra tanto campata in aria.
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