giovedì 29 dicembre 2011

Weder di Mauro: "L'euro può fallire"


Secondo l'economista Baetrice Weber di Mauro,  potrebbe non esserci più tempo per salvare la divisa unica. I governi hanno fatto poco e male. Ora è a rischio la sopravvivenza della divisa unica

dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
Un fallimento dell’euro, una sua esplosione nel 2012, non è più un’ipotesi da escludere in modo totale. Il duro monito è lanciato da Beatrice Weder di Mauro, una delle voci più autorevoli nell’economia tedesca: a soli 46 anni, è memrbo del Consiglio dei Cinque Saggi, cioè il massimo organo tedesco di consulenza macroeconomica e fiscale, il think tank più ascoltato anche dal governo di Angela Merkel. Le dichiarazioni della professoressa Weder di Mauro, rilasciate in un’intervista al quotidiano popolare Bild (il più letto d’Europa, e un media molto influente anche nel mondo politico a Berlino) la dicono lunga, in modo inquietante, sugli scenari di caso peggiore che la Germania prende in considerazione per l’anno alle porte.

Se l’euro saltasse, dice la professoressa di Mauro, le conseguenze sarebbero brutte per tutti i paesi dell’eurozona e per tutte le parti coinvolte. Ma comunque l’ipotesi non è più da escludere del tutto. Perché i poteri politici nazionali dell’Unione europea cercano da quasi due anni invano di arginare la crisi e di erigere ‘muraglie di fuoco’, eppure queste ‘muraglie’ finora appaiono insufficienti. Il problema, sottolinea la membro del Consiglio dei Cinque Saggi, è che i poteri politici “finora hanno sottovalutato la crisi e hanno fatto troppo poco, e adesso non sono in grado di agire con la tempestività che auspicano e che è richiesta dalla situazione, e ciò 
costituisce un problema, perché i mercati sono nervosi e impazienti”.

Come possibile politica di salvataggio e di emergenza, Beatrice Weder di Mauro suggerisce quanto segue: “Abbiamo bisogno di tre intese: primo, paesi iperindebitati dell’eurozona devono sottoporsi a lungo termine a regole da caso di insolvenza. Gli altri paesi devono impegnarsi in modo vincolante a ridurre il debito. E a consolidare i bilanci pubblici”. Secondo lei, è possibile ridurre la percentuale del debito sul pil sotto il 60 per cento. Ma ecco il terzo punto: “i tassi d’interesse (sui titoli dei debiti sovrani, a quanto si capisce dal testo messo online da Bild) devono essere ridotti a livelli realistici, in cambio di garanzie reciproche”. Le prospettive per il 2012 sono in ogni caso dure, secondo la professoressa Weder di Mauro: se si riuscirà a fermare la crisi dell’euro, l’economia tedesca crescerà, ma probabilmente dello 0,4 per cento appena. Se invece la crisi porterà a una stagnazione nel commercio mondiale, l’economia tedesca potrebbe entrare in recessione con un tasso negativo di crescita del meno 0,5 per cento, e allora sarebbero in pericolo in Germania anche i posti di lavoro. Con pesanti conseguenze, aggiungiamo noi, per clima politico e stabilità politica a Berlino.

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