sabato 28 gennaio 2012

La Lega Araba sospende la missione degli osservatori in seguito alle violenze in Siria

(Xinhua)
Il Cairo, 28 gen. - (Adnkronos/Aki/Ign) - Situazione sempre più tesa in SiriaLa Lega Araba ha deciso di sospendere la missione degli osservatori inviati nel Paese per cercare di risolvere la crisi in corso e per valutare l'effettiva applicazione dell'iniziativa di pace. La sospensione momentanea è "per proteggere gli inviati dalle violenze in aumento'', ha detto Adnan al- Khodair, capo dell'ufficio di monitoraggio della missione al Cairo, all'agenzia di stampa Xinhua.
La decisione è stata presa dal segretario generale della Lega Araba Nabil al-Arabi e non dai ministri degli Esteri arabi, ha precisato Khodair. Al momento non è stata fornita alcuna indicazione sulla data in cui la missione riprenderà, ma comunque ''quando la situazione migliorerà'', ha spiegato Khodair.
Intanto, nella sessione speciale del Consiglio di sicurezza dell'Onu, la Russia ha confermato il suo no ad una nuova risoluzione sulla Siria. Secondo quanto hanno riportato fonti diplomatiche nella riunione, a porte chiuse, l'ambasciatore russo Vitaly Churkin ha definito "deludente" la bozza presentata dal Marocco ed elaborata insieme alla Germania. Una bozza che riprende la proposta lanciata dalla Lega Araba per le dimissioni del governo, la fine delle violenze che hanno provocato almeno 5400 morti e l'avvio delle riforme.
La bozza chiede inoltre un embargo alla fornitura delle armi a Damasco. A questa misura si oppone la Russia che ha appena consegnato alla Siria caccia per un valore di 564 milioni di dollari. Senza contare che la Marina russa ha in Siria un'importante base strategica.
Lo scorso ottobre, insieme alla Cina, Mosca ha posto il veto ad un'altra risoluzione contro Damasco. "Il piano della Lega Araba è l'unico modo per evitare il peggio", ha dichiarato l'ambasciatore francese all'Onu, Gerard Araud. E anche il suo collega tedesco, Peter Wittig, ha parlato di "una situazione terribile in Siria che ogni giorno peggiora".
Ancora oggi un tragico bilancio. Undici persone sono state uccise nella repressione sferrata dalle forze governative contro l'opposizione nei pressi di Damasco, denunciano gli attivisti siriani. Le forze di sicurezza e i militari stanno colpendo le zone nei dintorni della capitale e le provincie di Hama e di Homs, nel centro del Paese. La quarta brigata dell'esercito, guidata dal fratello del presidente siriano, Maher al-Assad, sta conducendo ''operazioni sanguinose'', come ha dichiarato l'attivista Ahmed al- Mallah da Damasco all'agenzia di stampa Dpa.
Inoltre, sempre secondo gli attivisti, i cadaveri di 17 uomini arrestati dalle forze di sicurezza del regime ad Hama questa settimana sono stati trovati abbandonati per strada. Tutti uccisi con un colpo d'arma da fuoco alla testa.

Nessun commento:

Posta un commento