mercoledì 29 gennaio 2014

CASO MARRAZZO: IL PUSHER FU UCCISO? PERCHE’ L’AUTOPSIA FU ESEGUITA IN MANIERA INCOMPLETA?

RIPARTE IL SOLITO TRANS TRANS DEL CASO MARRAZZO: SI RIAPRE IL GIALLO DEL PUSHER CAFASSO, DUBBI SULLA SUA MORTE PER INFARTO

Gianguarino Cafasso, pusher dei trans di via Gradoli, era uno dei testimoni chiave del ricatto subito da Marrazzo – Per la procura, morì per un cocktail letale di droghe offerto da uno dei carabinieri che ricattavano il presidente della Regione Lazio – E ora il medico legale che fece l’autopsia è stato condannato per non aver analizzato il cervello della vittima…

Giulio De Santis per il “Corriere della Sera – Roma
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Tornano in alto mare le conclusioni sulla morte del pusher dei trans del caso Marazzo, Gianguerino Cafasso, «Rino» per gli amici, e soprattutto uno dei testimone chiave del ricatto subito dall’allora governatore del Lazio, Piero Marrazzo. Lo spacciatore potrebbe non essere morto per problemi cardiaci, come stabilito da una consulenza disposta dal gip nel 2011.
Rientra in gioco, infatti, la prima ricostruzione avanzata dalla Procura sui motivi della scomparsa di Cafasso, trovato cadavere in un hotel sulla Salaria la notte del 12 settembre del 2009: a stroncare la vita al 37enne campano potrebbe essere stato un cocktail micidiale di eroina e cocaina ceduta dal carabiniere Nicola Testini.
A riproporre questa possibilità è l’ipotesi avanzata dal giudice Valerio Di Gioia nelle motivazioni della sentenza di assoluzione del tossicologo Mauro Iacoppini (e di condanna del medico legale Stefano Moriano con l’accusa di non aver mai svolto l’autopsia sul cervello della vittima), il cui esame tossicologico aveva ricollegato il decesso ad un’overdose. Come scrive il magistrato «rappresenta un dato tutt’altro che incontrovertibile che le conclusioni formulate da Iacoppini e Moirani sulla morte di Cafasso siano un errore».
L’espressione, seppure contorta, ha un significato chiaro: il medico avrebbe elaborato una diagnosi corretta. Se cosi fosse, allora la dinamica del caso Marazzo rischia di essere riscritta a tinte ancora più fosche: Cafasso sarebbe stato ucciso con l’intenzione di eliminare un testimone scomodo.
Lunedì 27 gennaio sono cominciati gli esami dei periti dell’accusa chiamati a fornire una spiegazione sulla scomparsa di Cafasso. Il medico legale e il tossicologo hanno affermato che restano dei punti interrogativi legati alla quantità di droga assunta da Cafasso.
Per capire quanto sia importante stabilire le ragioni del decesso del pusher è necessario un passo indietro, all’ottobre del 2009: è allora che emerge l’esistenza di un ricatto da quattro carabinieri ai danni dall’allora presidente della Regione. Uno dei protagonisti della vicenda è il pusher Cafasso, testimone dei fatti dell’estate di cinque anni fa: l’uomo viene trovato morto. La prima perizia di Iacoppini e Moirani sostiene che «Rino» abbia assunto uno speed-ball.
La conclusione spinge la Procura ad arrestare il carabiniere Testini per omicidio volontario con l’accusa di aver consegnato la dose mortale a Cafasso per uccidere un testimone pericoloso del ricatto. A smontare questa ricostruzione è la consulenza del professore Arcudi, secondo cui Cafasso è deceduto per problemi cardiaci. Poi arrivano le accuse ai due medici di aver falsificato l’autopsia. L’assoluzione del tossicologo riapre la vicenda. Chi ha ragione potrebbe doverlo decidere la nona sezione collegiale: prossima udienza il 4 febbraio, ancora con l’esame dei consulenti tecnici.
FONTE:
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/riparte-il-solito-trans-trans-del-caso-marrazzo-si-riapre-il-giallo-del-pusher-70856.htm
http://bastacasta.altervista.org/p9328/

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