DI FABIO FRANCHINI
Il Sussidiario
Il Sussidiario
Sta alla Russia agire in modo responsabile dimostrandosi disponibile a rispettare le norme internazionali: se non lo farà dovrà aspettarsi costi ulteriori". Le parole sono di Barack Obama, intervenuto in conferenza stampa a margine del summit internazionale sulla sicurezza nucleare circa gli sviluppi della crisi in Ucraina. Dopo l’esclusione dal G8, il presidente americano ha annunciato che se Mosca continuerà a mostrare i muscoli verrà colpita da sanzioni energetiche, finanziarie e commerciali. Ma per Giulietto Chiesa – ex inviato a Mosca per l'Unità e La Stampa, oltre che per diversi tg nazionali, fondatore nel 2010 del movimento politico-culturale Alternativa – è l’Occidente a tirare la corda: è andata a calpestare l’erba del giardino altrui, facendo saltare gli assetti geopolitici europei (e non solo) e mettendo a rischio la sicurezza del Vecchio Continente.
Obama a muso duro: "Se la Russia va avanti, ci saranno conseguenze", come la possibile adozione di sanzioni energetiche, finanziarie e commerciali.
È una minaccia reale: gli Stati Uniti hanno modo di influire, anche pesantemente, sulla situazione economica-finanziaria russa. Tuttavia, credo che abbia ragione Putin quando dice che, poi, ci sarà un prezzo da pagare. La Russia può reggere, ha alternative e ha un forte credito nei confronti dell’Ucraina (2 miliardi di dollari): agirà con le leve a disposizione. Non so chi ne uscirà "vincitore", ma il fatto chiarissimo è che l’Occidente, dalla caduta del muro di Berlino e dalla fine dell’Unione Sovietica, si trova per la prima volta di fronte un interlocutore non più disposto ad accettare le sue regole. E questo è uno smacco.
È una minaccia reale: gli Stati Uniti hanno modo di influire, anche pesantemente, sulla situazione economica-finanziaria russa. Tuttavia, credo che abbia ragione Putin quando dice che, poi, ci sarà un prezzo da pagare. La Russia può reggere, ha alternative e ha un forte credito nei confronti dell’Ucraina (2 miliardi di dollari): agirà con le leve a disposizione. Non so chi ne uscirà "vincitore", ma il fatto chiarissimo è che l’Occidente, dalla caduta del muro di Berlino e dalla fine dell’Unione Sovietica, si trova per la prima volta di fronte un interlocutore non più disposto ad accettare le sue regole. E questo è uno smacco.
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