lunedì 18 febbraio 2008

Kosovo, D'Alema: ''Nessun rischio di effetto domino''

Appello alla Serbia: ''Belgrado mostri equilibrio''
Il ministro degli Esteri italiano all'indomani della dichiarazione d'indipendenza di Pristina, assicura: ''La situazione del nuovo Stato è del tutto sui generis, niente a che fare con i Paesi Baschi o con la Cecenia''
Bruxelles, 18 feb. - (Adnkronos/Aki) - L'indipendenza del Kosovo non provocherà alcun 'effetto domino' in altre regioni in Europa e nel mondo che aspirano all'indipendenza. Lo ha affermato il ministro degli Esteri Massimo D'Alema(nella foto) a margine del Consiglio affari generali e relazioni esterne a Bruxelles. ''Non credo sinceramente che vi sia il rischio di un effetto domino, al di là di qualche dichiarazione di propaganda''. Questo perché, ha assicurato il ministro, il Kosovo ''è un caso sui generis". La regione, ha infatti argomentato il titolare della Farnesina, ''non era più sotto sovranità serba, se non sulla carta geografica. Da anni è un protettorato internazionale, sono state le Nazioni Unite ad affermare che la situazione non era più accettabile''. In effetti, ha proseguito D'Alema, Martti Ahtissari (che aveva preparato un piano per lo status finale del Kosovo) ''non è stato incaricato da Pristina, ma dal segretario generale dell'Onu''. Dunque ''tutto il processo è incardinato nell'Onu. Purtroppo non è stato possibile concluderlo per il veto imposto dalla Russia''.D'Alema a Bruxelles ha inoltre sottolineato che ''uno stato con 20mila soldati stranieri (nel quadro della missione internazionale Kfor sotto egida Nato), e ora una missione civile Ue di 2000 persone, non è uno stato normale'' per questo ''si parla di una situazione sui generis che non ha niente a che fare con i Paesi Baschi o la Cecenia''.Quanto all'Europa, D'Alema ha spiegato che entro la settimana vi sarà il riconoscimento del Kosovo dalla maggioranza degli stati membri dell'Ue. Un no deciso è arrivato solo da RomaniaCipro e Spagna, mentre per altri vi sarà un processo più ''faticoso'' ha aggiunto il ministro riferendosi a Bulgaria, Slovacchia e Grecia.D'Alema infine ha fatto un appello alla Serbia: ''Comprendiamo il passaggio difficile'' ma l'augurio è ''che Belgrado mostri equilibrio, saggezza e lungimiranza''. La Serbia deve ''prendere atto del passato'' e di una situazione ''che non è frutto di errori dell'attuale dirigenza". Adesso, ha concluso a Bruxelles il capo della diplomazia italiana, Belgrado deve "sapere guardare con coraggio al futuro al ruolo chiave che può svolgere nei Balcani''.

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