martedì 11 marzo 2008

Scuola, rubati 13 milioni di euro E' caccia alla talpa del ministero

Durante una verifica i funzionari hanno rilevato l'ammanco. I soldi su un conto Banco Posta Impresa ROMA - C'è un buco di oltre tredici milioni di euro nelle casse del ministero della Pubblica Istruzione. Soldi depositati su un conto corrente on line aperto presso le Poste Italiane e svuotato da un gruppo criminale che avrebbe anche legami con la 'ndrangheta. Alcuni personaggi sospettati di aver partecipato al clamoroso furto sono infatti indagati dalla procura di Reggio Calabria per riciclaggio di denaro per conto delle cosche. La somma è stata rintracciata dagli investigatori della polizia postale in una banca del Cairo, la National Bank of Egypt. La magistratura sta adesso cercando di recuperarla e di scoprire chi sia la talpa che ha soffiato alla banda le indicazioni giuste. Ma anche di accertare se altri fondi siano stati occultati con lo stesso meccanismo. Importi inferiori che potrebbero essere sfuggiti ai controlli. La denuncia del ministro Giuseppe Fioroni viene presentata il 16 gennaio scorso. Durante una delle verifiche periodiche, i funzionari si accorgono dell'ammanco di 13 milioni e centomila euro stanziati dall'Economia per i cosiddetti «bonus alle famiglie». I soldi erano stati accantonati su un conto Banco Posta Impresa. I primi accertamenti consentono di scoprire che sono stati spostati su un altro conto, intestato a una società di Bologna. Ma le ulteriori verifiche dimostrano che l'indirizzo corrisponde a un bar del centro della città: la società non esiste, i documenti utilizzati per aprire il deposito bancario sono falsi. La traccia è comunque buona perché rivela un ulteriore passaggio che porta ad un'altra azienda, la Egyptians for Investment and Tourism del Cairo e quindi al conto aperto presso la National Bank. Agli inizi di febbraio alcuni funzionari della Postale e dell'Interpol partono per l'Egitto, prendono contatti con la polizia locale e con i responsabili del-l'Istituto di Credito. Il conto viene messo «sotto osservazione». Proprio in quei giorni viene effettuato un prelevamento di 50.000 euro. A questo punto viene congelato. Il governo italiano ottiene la garanzia che nessuno potrà effettuare altre operazioni, ma la somma rimane bloccata. Per ottenerne la restituzione è infatti necessaria una rogatoria internazionale: l'Italia deve dimostrare che quei soldi sono stati rubati. A questo punto il ministero chiede alle Poste di mettere a disposizione i 13 milioni di euro e contesta le procedure di sicurezza. All'indagine penale si affianca così un accertamento della Corte dei Conti ... Continua ... http://www.corriere.it/cronache/08_marzo_11/furto_ministero_istruzione_ac3cbeea-ef31-11dc-872b-0003ba99c667.shtml

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