martedì 20 maggio 2008

Rai, Petruccioli a Romani: ''Politica non detti legge''

Roma, 20 mag. (Adnkronos/Ign) - "Non si pretenda di dettar legge su quel che va in onda e quando, o su chi la Rai chiama a collaborare". In una lettera inviata al sottosegretario alle Comunicaizoni Paolo Romani, dopo le sue dichiarazioni sulla Rai e sul caso Travaglio, il presidente di viale Mazzini, Claudio Petruccioli, sottolinea che la politica non deve interferire con la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo per quel che riguarda la scelta della programmazione, dei palinsesti e dei collaboratori. "Le esondazioni sono sempre negative - si legge nella replica di Petruccioli -. Lo sono da parte di coloro che 'facendo televisione' piegano le loro prestazioni per raggiungere obiettivi impropri, più o meno politici. Lo sono da parte di chi 'facendo politica' parla e agisce come se fosse lui a decidere cosa deve fare la Rai: con le persone, con i programmi, con gli orari, con i contratti ecc"."Si chieda pure conto dei cambiamenti delle programmazioni e si avanzino obiezioni, se ce ne sono - tiene a precisare il presidente di viale Mazzini - si esprima sdegno per ciò che qualcuno dice dai canali Rai. Ma non si pretenda di dettar legge su quel che va in onda e quando, o su chi la Rai chiama a collaborare. Questo è nelle mani di amministratori e gestori". Secondo Petruccioli, esiste infatti "una linea che fa cambiare disignificato a osservazioni, denunce, critiche". "Al di qua di questa linea - spiega - ci sono giudizi e censure, anche i più pesanti riconducibili a fatti specifici: un servizio giornalistico, le dichiarazioni di un ospite, lo spirito distratto o corrivo di un conduttore ecc. Al di là ci sono le scelte che riguardano esclusivamente le responsabilità degli amministratori e dei gestori".

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