E' stato uno dei processi dell' indagine della procura di Palermo sulle cosiddette 'talpe alla Dda'. Le 50 pagine delle motivazioni, depositate ieri, definiscono il maresciallo della guardia di Finanza, Giuseppe Ciuro, condannato per favoreggiamento a 4 anni e 8 mesi, "una figura estremamente compromessa col sistema criminale".Il maresciallo scelse di essere giudicato in abbreviato e la sua posizione venne così stralciata da quella degli altri protagonisti della vicenda: come l'ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro e l'imprenditore della sanità privata Michele Aiello, processati e condannati col rito ordinario. Per l'accusa Ciuro, che per anni ha lavorato al fianco del pm della dda Antonio Ingroia, avrebbe rivelato ad Aiello notizie riservate su indagini a suo carico. L'ex maresciallo ideò la rete riservata di cellulari, per non farsi intercettare, con un altro esponente delle forze dell'ordine, Giorgio Riolo, maresciallo del Ros, anche lui condannato. I giudici hanno poi definito "inverecondo" il "contegno processuale" dell'imputato, teso a negare l'evidenza".
Il nome di Ciuro è tornato d'attualità nei giorni scorsi nell'ambito della polemica tra il giornalista Marco Travaglio e il vicedirettore de la Repubblica Giuseppe D'Avanzo, che ha ricordato i rapporti tra l'ex maresciallo e Travaglio.
red (16 mag 2008)
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