(AGI) - Chicago, 2 giu. - Un esame del sangue per diagnosticare un tumore al polmone e persino 'predire' se entro due anni un individuo sara' colpito dalla malattia. E' quanto messo a punto da una ricerca tedesca, ancora in fase preliminare, che se confermata dai successivi studi potrebbe costituire una svolta radicale verso una diagnostica finalmente precoce del tumore al polmone e verso la capacita' addirittura di 'prevedere' il tumore stesso. Lo studio, coordinato dal prof. Thomas Zander del Centro di Oncologia Integrata dell'Universita' di Colonia, e' stato presentato oggi al Congresso della societa' americana di oncologia (Asco) a Chicago. I ricercatori hanno dapprima preso in esame due coorti di fumatori malati di tumore ai polmoni, di 13 e 22 casi, identificando nell'Rna del loro sangue i geni che ne indicavano la malattia, la cosiddetta 'firma genetica' del tumore, mettendo a confronto i loro geni con quelli di individui sani. Successivamente, in un vasto gruppo di 25.000 individui sani di cui era stato analizzato l'Rna si e' verificato che quella serie di geni precedentemente identificata era gia' presente nei dodici fumatori del gruppo che si sono ammalati di tumore al polmone entro due anni. Dimostrando di fatto che gli stessi geni 'spia' nel sangue dei pazienti malati erano gia' identificabili negli individui ancora sani che si sarebbero ammalati di li' a 24 mesi. "Siamo ancora alla fase preliminare - spiega Zander - ma abbiamo gia' un'accuratezza del test che raggiunge l'88 per cento, che speriamo di migliorare nei prossimi studi. La ricerca su questo fronte e' ancora agli inizi, ma abbiamo voluto presentare i nostri primi risultati al congresso Asco perche' sul cancro ai polmoni ci sono pochi progressi, ed e' importante studiare nuove strade per la diagnosi precoce, considerando che e' colpa di una diagnosi ritardata se solo 15 malati su cento sopravvivono dopo due anni". "Quella di un esame del sangue per predire il tumore al polmone e' una prospettiva senz'altro interessante - commenta tuttavia il prof. Cesare Gridelli, direttore della divisione di Oncologia Medica all'Ospedale Moscati di Avellino - ma dobbiamo specificare che si tratta di un traguardo ancora lontano". (AGI)
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