mercoledì 5 novembre 2008

Siria: nuova manifestazione contro il raid Usa al confine

DAMASCO, 05 NOV - Migliaia di palestinesi di un campo profughi nei pressi di Damasco hanno manifestato ieri contro il recente raid compiuto dalle forze americane in territorio siriano, vicino al confine con l'Iraq. Secondo quanto riferisce l'IRIB, oltre 5mila persone, tra cui donne e bambini, sono scesi in strada ieri nel campo profughi di Yarmouk, esponendo striscioni con scritte del tipo: "Il terrorismo è un'industria americana" e "Dov'è Ban Ki-moon", riferendosi alla negligenza- indifferenza del Segretario generale dell'Onu nei confronti dell'aggressione Usa. Damasco ha definito un "crimine di guerra" l'operazione del commando Usa. Il consiglio dei ministri siriano ha già ordinato la chiusura dell'Istituto di cultura e della scuola americani di Damasco. Inoltre la Siria ha indirizzato una lettera alle Nazioni Unite, chiedendo che il Consiglio di sicurezza rinconosca formalmente la responsabilità degli Stati Uniti nell'attacco aereo in un villaggio a otto chilomentri al confine con l'Iraq. Tra paesi musulmani, solo Iran ha chiaramente condannato l'aggressione commessa dalle forze d'occupazione americane considerando l'atto "una pericolosa violazione della sovranità siriana contraria ai principi della Carta dell'Onu e alle norme del diritto internazionale". Una dura condanna al raid aereo è giunta anche dal movimento di resistenza islamica libanese Hezbollah, che l'ha definito un "crimine di tipo terroristico" che ha violato la sovranità della Siria. Il governo iracheno, dopo aver inizialmente sostenuto il blitz antiterrorismo delle forze Usa, ha girato i tacchi e compiuto un vistoso dietrofront. Da Baghdad è arrivato infatti "il rifiuto" del governo iracheno a "che il suo territorio venga utilizzato per colpire la Siria". Ma le parole di Baghdad hanno irritato non poco Damasco, che ha fortemente condannato le dichiarazioni rese dal governo iracheno, "tese a giustificare l'orrenda aggressione compiuta a partire dal territorio iracheno". Washington non ha pubblicamente ammesso di aver eseguito il raid del 26 ottobre che è costato la vita a otto civili innocenti siriani. In una controrisposta all'attacco Damasco ha ordinato la chiusura di un centro culturale americano e di una scuola americana nella capitale siriana.
http://italian.irib.ir/index.php?option=com_content&task=view&id=4692

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