Sedici giorni dopo l'insediamento del nuovo presidente Usa alla Casa Bianca, il premier italiano è finito agli ultimi posti della sua agenda. Pesano l'infelice battuta del Cavaliere su Barack "giovane, bello e abbronzato", ma, soprattutto l'inconsistenza della politica estera italiana. Dagospia: "Frattini? Hillary Clinton non sa nemmeno chi sia"
Obama non chiama. E, per Silvio Berlusconi, il grande amico di George W.Bush, la questione comincia a farsi imbarazzante. Sono trascorsi 16 giorni dall'insediamento di Barack alla Casa Bianca e il premier italiano, dopo la chiamata di prammatica del neoeletto, è finito agli ultimi posti sull'agenda del neopresidente Usa. Ammesso e non concesso che ci sia.
Ha graffiato Massimo Gramellini sulla Stampa: "Nelle prime due settimane di soggiorno alla Casa Bianca il presidente degli Stati Uniti ha telefonato a cinesi e indiani, francesi e afghani, inglesi e israeliani, palestinesi e pakistani, ai banchieri per insultarli e ai manager per tassarli, ai creditori per le loro spettanze e agli operai per le condoglianze, ai petrolieri perché si convertano in giardinieri e ai finanzieri perché diventino seri, alla sarta della moglie per licenziarla, alla moglie per ammansirla, alla suocera per farsi aiutare, alla moglie di nuovo, ma per farsi perdonare, a Bruce Springsteen perché gli restituisse un disco che gli aveva prestato, al segretario dell'Onu per lo stesso motivo, a un venditore di articoli sportivi per piazzare un canestro nella Sala Ovale, a un amico di Chicago per invitarlo a fare due tiri, al comico David Letterman che ha messo giù pensando fosse un imitatore, a Scarlett Johansson che ha messo giù perché stava entrando suo marito, al fioraio, al callista, di nuovo alla suocera per sapere se la moglie aveva ricevuto i fiori, a Hillary Clinton che ha fatto finta di non sentire, a Bill Clinton che ha fatto finta di ascoltare, allo psicanalista, ancora alla suocera perché parla di meno ed è più rilassante, a una cugina hawaiana, a un prozio keniota, al Museo delle Cere, al suo parrucchiere, ai generali di Baghdad, al sosia pacifista di Ahmadinejad.
Infine, esausto, si è ricordato anche del nostro amato Paese. Ha chiamato Tony Mantuano, il proprietario del suo ristorante preferito, e gli ha ordinato una mozzarella in carrozza". La verità è che l'infelice battuta di Berlusconi su Obama "giovane, bello e abbronzato" si sta ritorcendo come un boomerang su chi l'ha pronunciata, per non dire dei precedenti freddissimi fra l'ex senatore dlel'Illinois diventato l'uomo più potente del mondo e il Cavaliere amico di Putin, ma, al tempo stesso, sempre in prima fila a professare il suo amore per l'America.
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http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/02/05/149461-silvio_nervoso_obama_chiama.shtml
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