venerdì 6 febbraio 2009

Spogli: "A rischio lo status dell'Italia"

L'ambasciatore degli Stati Uniti nel nostro Paese: "Non può mantenere lo status di potenza economica se i suoi risultati rimangono così bassi. Lenta crescita nel lungo periodo"
L’Italia "non può mantenere lo status di potenza economica se i suoi risultati rimangono così bassi". Non usa mezzi termini Ronald Spogli, ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, alla vigilia del suo ritorno in patria. "Il cuore del problema", ha detto il capo della missione diplomatica americana, "risiede nelle politiche e nel clima economico. Il problema di fondo di una lenta crescita nel lungo periodo è molto più serio della recessione in atto". "L’Italia si colloca ripetutamente molto in basso nelle classifiche internazionali sulle condizioni per fare business ed investire" ha detto Spogli. Un’analisi impietosa e realistica che riflette lo spirito dei tre anni e mezzo passati alla guida della missione diplomatica in Italia. Quarantuno mesi che lo hanno visto affrontare tematiche "calde" come la vicenda della base aerea di Vicenza e ‘bacchettarè più volte l’economia e la politica italiane per i suoi mali congeniti. "Una burocrazia pesante, un mercato del lavoro rigido, la criminalità organizzata, la corruzione, la lentezza della giustizia, la mancanza di meritocrazia e un sistema di istruzione che non risponde ai bisogni del XXI secolo sono, secondo Spogli, le principali minacce al mantenimento dello status di potenza economica. Consapevole della durezza delle critiche mosse durante il pranzo di congedo con i giornalisti italiani, Spogli ha tenuto a sottolineare che "ogni critica è sempre stata scandita nel massimo rispetto" anche se le sue bacchettate gli hanno portato il soprannome di ‘ambasciator che porta pena'. Quello che Spogli, dimissionario dal 21 gennaio, giorno successivo all’insediamento di Barack Obama, fa è un appello agli italiani che "dovrebbero sollecitare i cambiamenti per far crescere il Paese". "Una missione non impossibile" secondo l’ambasciatore: "non sono pessimista" ha detto, "la mia è un’analisi dura, ma il lavoro che ho fatto in tre anni e mezzo mi dà la convinzione che il paese ce la possa fare. Bisogna cambiarlo dal basso, un mattone alla volta". La fiducia di Spogli, che ha anticipato di voler tornare presto in Italia per investire nel paese, è negli "Angels investors": movimenti e organizzazioni che "danno speranza" e raggruppano imprenditori e finanziatori americani pronti a scommettere sull’Italia. Su un punto si è soffermata l’analisi di Spogli: i difetti dell’istruzione superiore. "Nei miei incontri con gli studenti" ha detto "ho percepito un profondo pessimismo sul futuro. Un fattore che limita l’occupazione in Italia e la mancanza di forti legami tra il mondo accademico e quello dell’impresa". "È una tragedia nazionale, direi imbarazzante, che non ci sia una sola università italiana nei primi posti delle classifiche internazionali" ha aggiunto. Da qui una proposta che suona come una provocazione: scegliere tre università - una del sud, una del nord e una del centro - e conceder loro uno status speciale e incentivi mirati per portarle in dieci anni ai primi posti delle graduatorie mondiali". Sul futuro delle relazioni italo-statunitensi con la nuova amministrazione Obama, Spogli non ha dubbi: "sarà improntata alla continuità. L’Italia è oggi in testa alla classifica dei Paesi nostri amici".
http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/02/05/149512-spogli_rischio_status_dell_italia.shtml

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