mercoledì 20 maggio 2009

Caso Mills, il declino della libertà di stampa e il sindacato dei giornalisti europei

I giudici hanno condannato l’avvocato David Mills per corruzione in atti giudiziari per conto di Berlusconi e della Fininvest. Nella sentenza, depositata oggi a Milano, si legge che Mills ha agito come falso testimone nel processo che ha coinvolto il cavaliere per le tangenti alla Guardia di Finanza e All Iberian per “consentire a Silvio Berlusconi e alla Fininvest l’impunità dalle accuse o almeno il mantenimento degli ingenti profitti realizzati attraverso il compimento delle operazioni finanziarie illecite compiute fino a quella data”. La condanna per Mills è di quattro anni e sei mesi mentre Berlusconi è salvo grazie al “lodo Alfano” che garantisce l’immunità alle alte cariche dello Stato; il processo a suo carico è quindi sospeso in attesa che la Corte Costituzionale decida sulla legittimità del Lodo stesso.
Per quanto riguarda la libertà di stampa, il sindacato dei giornalisti europei ha messo sotto osservazione l’Italia e ha votato due mozioni: la prima sul conflitto di interessi per quanto riguarda il “polo RaiSet” e le nomine Rai svoltesi in casa del proprietario di Mediaset; la seconda per esprimere preoccupazione sul disegno di legge sulle intercettazioni in Italia; inoltre ha dichiarato di sostenere qualunque iniziativa che la Federazione della stampa italiana intraprenderà in sede comunitaria. Insomma, un altro allarme estero dopo quello di “Freedom House” e dopo il premio per la libertà di stampa ricevuto da Marco Travaglio da parte dell’Associazione dei giornalisti tedeschi perché servisse – come ha detto Konken, presidente della stampa tedesca – “da incoraggiamento affinché i giornalisti italiani continuino ad esercitare la loro funzione di critica e non si facciano intimidire…”
Tirando le fila sono legittime tre domande: Se questo fosse un paese normale con un’informazione libera, il premier Berlusconi avrebbe potuto salvarsi da un processo grazie ad una legge fabbricata ad hoc dalla sua maggioranza? Il presidente, presunto corruttore, non sarebbe stato costretto subito a dimettersi a causa dell’opinione pubblica inferocita? E soprattutto, in Italia esiste ancora “l’opinione pubblica”? Per approfondimenti sulla libertà di stampa e il sindacato europeo rimando qui
http://www.agoravox.it/Caso-mills-il-declino-della.html

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