mercoledì 17 giugno 2009

Chiesa e pedofilia: la cultura del silenzio

Anni fa, ebbi modo di conoscere una giovane monaca di clausura. Mi stupii immediatamente nel constatare come la sua esistenza non si consumasse in interminabili giornate di preghiera in raccoglimento entro le mura del suo convento. La mia idea di clausura, all’epoca, era confortata da immagini che mi apparvero subito obsolete: nessuna ruota di pietra ad accogliere brevi messaggi scritti dai fedeli, nessuna oscurità di celle silenziose. Alcun tipo di ritiro assoluto dal Mondo esterno, anzi. La monaca in questione, esce ogni giorno dal convento. In automobile. Porta la sua parola di pace ed amore a quanti ne abbiano necessità.Di più: segue corsi di lingua inglese presso una struttura privata situata al centro della capitale. E naviga su Internet. Questa cosa, per un bel po’ di tempo, fu parte delle mie riflessioni quotidiane. Alla mia espressione evidentemente basita, la monaca mi rispose: “Ma oggi Internet per noi, è un mezzo per comunicare con i fedeli, per informarci sugli accadimenti…è normale”. In quel preciso istante, fu come se qualcuno mi privasse in un attimo di convinzioni radicate e tenute con amorevole cura in un angolo della mia anima. La clausura – pensata come la immaginavo io – era ormai un tassello del passato. Della preistoria. Dovetti arrendermi all’evidenza, e rinnovare le mie convinzioni in campo monastico.
................................................
Quasi nessuno sa, che la Chiesa alcuni anni fa, concesse una sorta di “indennizzo morale” a questi ex bambini cresciuto nell’oblio dell’orrore sessuale. 79 milioni di dollari. Per curare ferite inguaribili. Il denaro come sempre, diviene l’unico mezzo di sutura nei tagli dei Sistemi di organizzazioni di Potere che assumono di volta in volta, la figura di aguzzini e salvatori di anime. Nessuna parola di scusa. Nessuna volontà di bagnarsi nelle acque della richiesta di perdono. Denaro. Stop.
Leggi tutto su:
http://www.agoravox.it/Chiesa-e-pedofilia-la-cultura-del.html

Nessun commento:

Posta un commento