sabato 19 giugno 2010

Il Cavaliere cerca di sondare il Colle "Uno stop sarebbe la vittoria di Fini"

ROMA - Ha cercato di scongelare il rapporto con Napolitano affidandosi a una battuta accompagnata da un sorriso insinuante. Durante la cerimonia per la nomina di Brancher a ministro, Berlusconi si è avvicinato al capo dello Stato e ben attento che lui lo sentisse ha detto a voce alta: "Adesso che questa legge la modifico possiamo approvarla prima dell'estate no?". Il presidente non ha fatto una piega, è rimasto immobile, attendo a non lasciar trasparire alcuna reazione che potesse poi essere interpretata come un sì o come un no. Fedele alla linea che adesso tocca al Parlamento lavorare sul ddl. Ma nella frase del Cavaliere c'è il tormento politico di una giornata, e ci sono al contempo la resa a Fini e la speranza che la marcia indietro sulle intercettazioni imposta dal presidente della Camera e mediata dal Senatur Bossi non sortisca comunque un nuovo altolà del Colle. Viene messa a punto a ridosso del consiglio dei ministri la strategia della giornata. Con Berlusconi c'è Angelino Alfano appena atterrato da New York. E poi Niccolò Ghedini e Fabrizio Cicchitto. Il summit non può che approdare a una lettura univoca. Che Berlusconi riassume così: "Ormai dobbiamo cambiare il testo. Bossi si è impegnato con Fini. E noi non abbiamo alcun interesse ad approvare una legge che poi Napolitano ci potrebbe rimandare indietro. Se succedesse questo sarebbe una doppia vittoria di Fini. E io questa soddisfazione non gliela voglio dare".
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