Dunque, si può. Berlusconi può essere fermato, può essere costretto a precipitose ritirate. La sua ambizione cesaristica e il progetto post-costituzionale che l'accompagna si possono costringere nel solco dei principi costituzionali (del loro rispetto). È la buona notizia di questa storia della legge contro le intercettazioni (purtroppo ce n'è anche una cattiva) e vale la pena ragionarci su perché il congelamento (sine die?) di una legge liberticida e criminogena indica in modo scintillante un paio di cose non trascurabili o che molti hanno trascurato e trascurano ancora oggi. Berlusconi non è il nostro Destino. Non è il Fato cui dobbiamo inchinarci, rassegnati, disposti a sopportare tutto, silenziosi perché travolti dalla "rassicurante frustrazione" di chi è stato espropriato finanche della capacità espressiva per rappresentare il proprio disagio. In questa occasione, un'opinione pubblica critica, ampi settori del mondo dell'informazione - questo giornale e i suoi lettori in testa - , segmenti non irrilevanti della maggioranza, qualche presidio istituzionale e addirittura un'opposizione che ritrova le ragioni del suo esistere hanno trovato la forza di obbiettare il proprio dissenso sentendo come un sopruso quella legge.
Continua ...
http://www.repubblica.it/politica/2010/06/19/news/fermare-berlusconi-4965904/
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