Il premier sbotta commentando il litigio tra il presidente della Camera e Sandro Bondi. E minaccia: “Ghe pensi mì”.
“Questo è pazzo”. Il virgolettato è del Riformista, il quale dice che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrebbe apostrofato così il presidente della Camera Gianfranco Fini dopo aver saputo del litigio tra il co-fondatore del PdL e Sandro Bondi, ministro berlusconiano della Cultura, durante una presentazione.
CONTRASTI INSANABILI? – Da qui è poi venuta l’uscita “ghe pensi mì”, riportata da tutti i telegiornali ieri sera, con la quale il premier ha fatto sapere di voler riprendere in mano le redini della coalizione e quelle dell’iniziativa politica, sfidando così l’opposizione di Fini. Che ieri ha detto che quello di Silvio è un governo “che ho sostenuto e spero di poter continuare a sostenere”, indicando significativamente nel distinguo tutti i problemi che attualmente circondano la coalizione di centrodestra. “Rompiamo con Fini, sulle intercettazioni siamo pronti a separarci”, dice Fabrizio Cicchitto, interpretando forse le volontà del presidente del Consiglio dopo il pranzo con i coordinatori del PdL al quale hanno presenziato anche Bondi e Verdini.
LA LEGGE SULLE INTERCETTAZIONI – Il terreno di scontro, pare ormai ovvio a tutti, sarà la legge sulle intercettazioni che sta per arrivare alla Camera. Dopo lo stop di Napolitano e la risposta sprezzante di Ghedini alle parole del capo dello Stato, Berlusconi si giocherà tutto sulla vittoria a Montecitorio, da ottenere nonostante l’aperta opposizione di Fini e anche quei numeri che dicono che bastano 25 deputati per mettere in crisi il governo, e i fedelissimi di Fini sono molti di più. Secondo parlamentari vicini al presidente della Camera, la situazione sarebbe molto più fluida e per una serie di finiani che andrebbero allo scontro con il premier (Italo Bocchino) ce ne sarebbero anche altri pronti a mollare Gianfranco per ricevere un conquibus da Silvio. E poi c’è il nodo Brancher.
Continua ...
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