giovedì 24 marzo 2011

I conti del Raìs: la lista segreta

Cento miliardi di dollari della Banca centrale distribuiti tra Italia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti.

Esiste presso il Consiglio di sicurezza dell'Onu una notifica che intende risparmiare ai libici il destino toccato, fra gli altri, ai cittadini di Panama, della Nigeria o di Haiti. Una costante tiene insieme questi popoli così diversi: al termine di paurose dittature, hanno perso il filo di certi conti bancari in precedenza controllati dal regime. In quei casi erano fondi depredati da tiranni come Sani Abacha, Manuel Noriega o François Duvalier. Stavolta in gioco c'è il patrimonio della Banca di Libia: oltre cento miliardi di dollari da tutelare perché restino ai libici se e quando Muammar Gheddafi non sarà più il leader di quel che resta della Jamahiria.
La lista è depositata al Palazzo di Vetro da prima che il Consiglio di sicurezza desse il via ai bombardamenti. Da tempo era chiaro che i dettagli in quel pezzo di carta un giorno potrebbero tornare utili: in futuro nessuno in Libia o fuori potrà dire che le cose stavano diversamente, che quei soldi non sono libici, o non sono mai esistiti. Si tratta di una precauzione non da poco. Non lo è, perché ciò che emerge dal documento è il profilo di uno Stato finanziariamente molto più robusto di quanto gli analisti immaginassero fino a qui. Che la Libyan Investment Authority (Lia) gestisse circa 60 miliardi di dollari in investimenti esteri era in effetti ormai chiaro. Ciò che non si sapeva, è che quella somma non costituisce neppure la metà delle riserve ufficiali di Tripoli. Molto più di quanto detiene la Lia resta nei conti che la Banca di Libia, l'istituto centrale del Paese, ha distribuito presso decine di importanti banche private occidentali.
Continua ...

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