lunedì 18 aprile 2011

Crac Parmalat, tribunale di Milano assolve quattro banche straniere e manager

Milano, 18 apr. (Adnkronos/Ign) - I giudici della seconda sezione penale hanno assolto quattro banche estere accusate di aggiotaggio nell'ambito del crac Parmalat e hanno assolto sei manager degli istituti di credito, anche loro imputati nel procedimento concluso oggi a Milano.

Si tratta di Citigroup, Morgan Slanley, Bank of America e Deutsche Bank. Nei loro confronti l'accusa aveva chiesto confische per un totale complessivo di 120 mln e sanzioni per un totale di 3,6 mln. In particolare per le persone fisiche i giudici hanno pronunciato un verdetto di assoluzione ''per non avere commesso il fatto e perché il fatto non sussiste''.

Sono Carlo Pagliani e Paolo Basso di Morgan Stanley, Marco Pracca e Tommaso Zibordi di Deutsche Bank, Paolo Botta di Citigroup e Giaime Cardi di Credit Suisse. Per quest'ultimo l'accusa aveva chiesto la prescrizione ma per lui, come per gli altri manager, i giudici hanno ritenuto di emettere un verdetto di assoluzione piena.

Gioia e abbracci tra i legali. Dopo la lettura della sentenza dei giudici prima in aula si è sentito un brusio poi è scoppiata la gioia degli avvocati. Di segno nettamente contrario la reazione dei due pm presenti in aula, Eugenio Fusco e Carlo Nocerino che, dopo la lettura del dispositivo, si sono allontanati senza dire una parola.

Per la Procura, soprattutto per quei risparmiatori che non hanno voluto transare con le banche e si erano costituiti parte civile, è una sconfitta pesante, dopo un processo lungo e complesso. Eppure è andata come in molti non si aspettavano. "A 65 anni - dice ad esempio Nerio Diodà, difensore di Citigroup - è l'emozione per un grande atto di giustizia vera. Voglio fare i complimenti al tribunale di Milano che in una situazione difficile, in cui c'erano pressioni importanti, ha avuto la forza, la capacità e l'indipendenza per un atto di grande correttezza. La Procura ha fatto l'impossibile, ma gli elementi che le difese hanno portato in aula dimostravano inequivocabilmente l'inesistenza del reato".
Continua ...

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