domenica 24 luglio 2011

Emanuela Orlandi e la Banda della Magliana: le strane confessioni di Antonio Mancini




Il pentito rilascia un’intervista alla Stampa nella quale attribuisce a De Pedis la responsabilità del sequestro. Ma…
La Banda della Magliana è come il nero: sta bene su tutto. E oggi Antonio Mancini rilascia alla Stampa un’intervista a firma di Gianfranco Galeazzi nella quale ribadisce le sue accuse nei confronti dell’associazione a delinquere. Accuse che hanno molte particolarità. Il titolo dell’articolo non lascia dubbi: “Sì, fummo noi a rapire la Orlandi”. Vediamo nel dettaglio:
Il giudice Rosario Priore sostiene che la Orlandi sia stata rapita dalla Banda della Magliana per un ricatto al Vaticano per rientrare in possesso di 20 miliardi di lire consegnati allo Ior. È così?
«Ciò che afferma il giudice Priore a proposito del rapimento della Orlandi è l’assoluta verità, quello che mi lascia perplesso è la cifra di 20 miliardi. Conoscendo la massa di denaro che entrava all’interno della Banda e in modo particolare nel gruppo dei testaccini, ritengo che 20 miliardi sia una somma sottostimata».
 Il primo dato di fatto è che invece Antonio Mancini era in galera quando Emanuela Orlandi è stata rapita. La sera del 16 marzo 1981, lui e Marcello Colafigli intercettarono Maurizio Proietti detto “il pescetto” e il fratello Mario soprannominato “palle d’oro” nei pressi di via di Donna Olimpia 152 a Monteverde: nel furibondo scontro a fuoco che ne seguì perse la vita Maurizio Proietti, mentre i due banditi della Magliana furono feriti. Quando vennero presi, Mancini fu condannato a 28 anni di carcere. Oggi è in libertà vigilata dopo aver cominciato a collaborare con gli inquirenti quasi quindici anni fa.
Continua ...
http://www.giornalettismo.com/archives/134772/emanuela-orlandi-e-la-banda-della-magliana-le-strane-confessioni-di-antonio-mancini/

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