L'ex sindaco berlusconiano e la sua giunta, abusando del loro potere e violando la legge elettorale, destinarono ingenti somme a 5000 dipendenti comunali a tre giorni dal voto per le amministrative
CATANIA - La Corte d'appello di Catania ha confermato la condanna a due anni e sei mesi di reclusione dell'ex sindaco e attuale deputato nazionale del Pdl Umberto Scapagnini per abuso d'ufficio e violazione della legge elettorale, nel processo sui rimborsi Inpdap ai dipendenti del Comune per i fenomeni eruttivi e sismici dell'Etna del 2001 e 2002 prima delle consultazioni amministrative. I giudici hanno confermato Scapagnini a risarcire con 50 mila euro il senatore del Pd e allora candidato a sindaco (non eletto), Enzo Bianco, che si era costituito parte civile. Tre giorni prima delle elezioni per il nuovo sindaco, la giunta Scapagnini deliberò di destinare dei fondi a 5000 dipendenti comunali che avevano dovuto affrontare i disagi causati dalla cenere lavica. Secondo i giudici, con questa decisione il sindaco e la sua giunta abusarono del loro potere e violarono le regole della campagna elettorale per influenzare il voto dei dipendenti. Insieme a Scapagnini sono stati condannati (sempre a due anni e sei mesi) anche gli assessori di allora, tra i quali il neo senatore di Fli Nino Strano, subentrato al dimissionario Raffaele Stancanelli. Gli altri ex assessori sono Filippo Grasso, Antonino Nicotra, Ignazio De Mauro, Orazio D'Antoni e Fabio Fatuzzo. "La sentenza d'appello ha detto chiaramente come le elezioni del 2005 siano state viziate" commenta Enzo Bianco. "Adesso tutti abbiamo piena cognizione dei comportamenti che la magistratura ha ritenuto illeciti e che hanno pesantemente influito sul voto".
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