martedì 29 novembre 2011

Una crisi "nata" per competere con la Cina?


Accade che costeggi con i tuoi pensieri, quel tratto di strada che divide il sistema produttivo Finmeccanicadalla città che vive buona parte della sua economia proprio grazie a tale sistema economico, Monfalcone.
 
E ti chiedi cosa mai accadrà quando Finmeccanica deciderà che a Monfalcone non si può più produrre perché il costo del lavoro, della burocrazia è tale che conviene recarsi altrove.
 
Monfalcone certamente rischierà di patire grandi ed immense sofferenze, così come i lavoratori e tutte quelle persone che vivono di cantieristica navale.
Però poi ci sono gli interessi forti, la politica, la casta, le corporazioni, le banche locali, le assicurazioni locali, tutto l'indotto locale che in qualche modo condizionerà la scelta.
Una scelta inevitabile se le cose continuano a rimanere così.
Ma una inevitabilità che si scontra con quelle necessità che determinano il potere di uno stato nello Stato.
Come fare allora per competere in un sistema privo di regole o meglio da un lato con troppe regole e troppi diritti, dall'altro senza regole e senza diritti.
Come fare per salvare il potere dello stato nello Stato?
Ed allora pensi alla globalizzazione.
 
L'OCSE definisce la globalizzazione come “un processo attraverso il quale mercati e produzione nei diversi paesi diventano sempre più interdipendenti, in virtù dello scambio di beni e servizi e del movimento di capitale e tecnologia”.
 
E ti chiedi, ma perché non si parla più di globalizzazione? Perché si è rispolverato, giustamente, un termine dato per morto quale il capitalismo?
Certamente molti diranno che la globalizzazione è una variante del capitalismo.
Ma in verità è anche un qualcosa di più.
 
Un qualcosa che deve essere ora dimenticato, non si deve parlare di no global, ma di indignati, non si deve parlare di multinazionali ma di capitalismo.
Ed allora sorge spontanea una riflessione che vuole essere anche una provocazione.
 
Una provocazione che ribalterebbe lo stato presente, a cui ci stanno abituando, della crisi economica.
 
Come ben sappiamo la Cina è in crescita paurosa.
Quante volte si è sentito dire che con il sistema cinese non si può competere?
Come competere con un Paese che non rispetta i diritti dei lavoratori, diritti umani, con un Paese che produce ora non solo merce a gran quantità ma anche di gran qualità?
 
Sì è vero, questa crisi, conosciuta come crisi determinata dal sistema delle banche e della finanza e delle relative speculazioni, anche se non si è mai capito chi si è veramente arricchito in ciò,perché quando i titoli vendono svenduti qualcuno li comprerà, chi? non è dato sapere, la Cina ha avuto qualche difficoltà.
Continua ...

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