martedì 10 gennaio 2012

Processo Scazzi, nove imputati alla sbarra. La Corte dice sì alle riprese televisive

Taranto, 10 gen. - (Adnkronos) - E' cominciata questa mattina, in ritardo, la prima udienza del processo davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Taranto per l'omicidio della 15enne Sarah Scazzi, uccisa il 6 agosto del 2010 ad Avetrana. In aula sono presenti le due principali imputate, dei nove complessivamente rinviati a giudizio, e cioè Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano, entrambe detenute, accusate di concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Sono presenti anche Michele Misseri, rispettivamente padre e marito delle due, accusato di concorso in soppressione di cadavere e di altri reati minori, e il nipote Cosimo Cosma, imputato di concorso in soppressione di cadavere. La Corte di Assise di Taranto è presieduta da Cesarina Triunfo, giudice a latere Fulvia Messerini, ed è composta da sei giudici popolari dei quali cinque donne e un uomo.
In aula era presente anche la famiglia Scazzi, la madre Concetta Serrano Spagnolo, il padre Giacomo Scazzi e il fratello Claudio. La mamma della giovane vittima, durante l'udienza, ha continuato a chiedersi "il perché" dell'omicidio.
In apertura dell'udienza, Sabrina ha avuto un leggero cedimento e si è messa a piangere. Nel confermarlo, l'avvocato Nicola Marseglia spiega: "E' normale -ha detto il legale- che in una situazione come quella odierna, a dibattimento, l'imputata, rimasta nella gabbia e neppure ammessa a stare a fianco del difensore, possa aver avuto una reazione come questa. Sta nelle cose''.
Poi l'avvocato ha continuato: "In aula Sabrina risponderà alle domande. Quando il presidente autorizzerà le parti a formulare le richieste di prova, chiederemo, tra le altre cose, anche l'esame di Sabrina Misseri".
Alla domanda sul perché Sabrina non abbia risposto anche durante l'udienza preliminare per cercare di convincere il gup a proscioglierla, l'avvocato Marseglia ha detto che "quella è stata una scelta processuale della difesa perché ritenevamo che non fosse opportuno in quella fase processuale rendere l'esame". Infine commenta: "La sovraesposizione mediatica, che aveva connotato i giorni e le settimane immediatamente successive alla scomparsa di Sarah, è stata controproducente e alla fine ha solo nuociuto a Sabrina. Credo che un registro diverso possa giovarle".
Continua ...
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