martedì 7 febbraio 2012

Golpe Maldive, lascia presidente Nasheed Farnesina: "Evitare le visite a Malè"

(Xinhua)
Malè, 7 feb. (Adnkronos/Xin) - Il presidente delle Maldive Mohammed Nasheed si è dimesso in seguito a una rivolta della polizia. Lo ha annunciato in televisione. Un portavoce del partito di opposizione Dhivehi Qaumee Party (DQP) ha riferito via telefono all'agenzia Xinhua che l'annuncio è stato seguito da scene di giubilo.
A prendere il posto di Nasheed il vice presidente Waheed Hassan, 59 anni, che ha già giurato come nuovo presidente. Hassan è diventato così il quinto presidente del Paese. Il giuramento è avvenuto nel pomeriggio, davanti al presidente della Corte Suprema Ahmed Faiz Hussain, durante una cerimonia in parlamento.
Nel suo discorso di dimissioni, Nasheed - ex prigioniero politico e attivista per la democrazia diventato presidente nel 2008 in seguito alle prime elezioni democratiche dopo 30 anni - ha dichiarato di aver deciso di abbandonare l'incarico per non dover usare la forza contro la popolazione. "Mi dimetto perché non sono una persona che vuole governare con il potere. Penso che se il governo fosse rimasto avrebbe dovuto usare la forza e fare del male a molti cittadini. Mi dimetto perché ritengo che se il governo fosse rimasto in carica, avrebbe dovuto affontare influenze straniere", ha detto nel suo discorso alla Television Maldives (Tvm). "Ho sempre augurato ogni bene ai cittadini di questo Paese, ora e in futuro. Ora che ho preso questa decisione vi auguro prosperità in questa vita e nella prossima", ha concluso.
"Un golpe dell'ex regime". Così fonti vicine a Nasheed hanno descritto alla Bbc gli eventi delle ultime ore nel Paese che per molti è solo il paradiso delle vacanze. Il fratello del presidente, Ibrahim, ha intanto accusato le forze di sicurezza di trattenere contro la sua volontà Nasheed. Gli eventi sono precipitati a partire dalla scorsa notte, ma la tensione politica era andata crescendo nelle ultime settimane dopo che il governo aveva ordinato l'arresto del capo della Corte penale, il giudice Abdulla Mohammed, accusato di aver agito per motivi politici scarcerando un oppositore.

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