sabato 19 gennaio 2008

Sentenza 'talpe' alla Dda, e' scontro tra Cuffaro e il procuratore Antimafia

E’ scontro tra il presidente della regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, e il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, all’indomani della sentenza di condanna a 5 anni di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento semplice del governatore siciliano nell’ambito del processo per le 'talpe' alla Dda. "Nella sentenza l'unica cosa esclusa e' stata l'aggravante di avere agevolato tutta Cosa nostra – dice Grasso -rimane però l'aggravante di avere favorito singoli personaggi associati alla mafia". Per Grasso "sono acclarate le responsabilita' in ordine all'avere diffuso notizie su indagini in corso a tutta una serie di soggetti e quindi di avere favorito non solo Guttadaur, ma anche Aiello condannato per associazione mafiosa a 14 anni". ”Il problema - conclude il procuratore – è che non è stato riconosciuto che Cuffaro abbia condiviso i fini di Cosa nostra o come tali il comportamento dei singoli come riferenti a Cosa nostra". Immediata la replica di Cuffaro, che anche stamani ha ribadito che non si dimetterà dalla carica di presidente della regione: "Grasso? Probabilmente il procuratore non ha letto la sentenza per intero. E' stata studiata dai miei avvocati e sostiene che non solo non e' stato favorito l'intero sistema mafioso, ma neanche il singolo mafioso. Non ho motivo di non credere ai miei avvocati". “So di non aver violato alcun segreto d'ufficio – continua Cuffaro -perché non avevo nessun segreto e nessuna notizia da dare". http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=77770

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