IL TAO "Se nulla tratterrete in voi stessi, le cose manifeste vi appariranno per quello che veramente sono. In movimento, siate come l'acqua; stando fermi, siate come uno specchio. Rispondete come fa l'eco. Così facendo il vostro Dao sarà in accordo con le cose. Infatti sono le cose che si contrappongono al Dao, non è il Dao che si contrappone alle cose". Sono parole contenute nel Liezi, uno dei testi fondamentali del taoismo, che ora viene pubblicato in una nuova traduzione e con testo cinese a fronte (a cura di Alfredo Cadonna, Einaudi, 18,50 euro). Per noi disillusi e rassegnati occidentali due cose sono da esorcizzare: la nostra impotenza nel cambiare il flusso delle cose e l'idea del vuoto. Ogni volta che uno dei nostri pensatori si è avvicinato all'idea del silenzio dietro al principio primo, di un abisso impersonale e necessario dietro a Dio, di un pensiero purificato da categorie metafisiche dualistiche (Meister Eckhart, Spinoza, il cosiddetto secondo Heidegger), è stato messo al bando. Il pensiero cinese invece non ha di questi fardelli. Nelle parabole di questo maestro del IV secolo avanti Cristo la filosofia è così semplice da sembrare incomprensibile, come semplice e rozza apparve ai primi occidentali la dottrina indiana delle Upanishad.
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