A Palermo condannati 24 dei 29 sotto processo. Gli avvocati della difesa invocano la nullità del verdetto e annunciano ricorso in appello
PALERMO - Il giudice dell'udienza preliminare di Palermo, Sergio Ziino, ha condannato complessivamente a circa 130 anni di reclusione 24 dei 29 fedelissimi del clan palermitano dei Lo Piccolo accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa ed estorsione. Cinque le assoluzioni. Il processo, denominato "Occidente", è stato celebrato col rito abbreviato.Gli avvocati, però, annunciano ricorso in appello e parlano di nullità del verdetto emesso durante il periodo di sospensione delle udienze fissato dal codice tra l'1 agosto e il 15 settembre. Secondo i difensori non ricorrerebbero infatti i casi di urgenza in presenza dei quali si può derogare alla sospensione feriale delle udienze, cioè, il rischio prescrizione dei reati e la scadenza dei termini di carcerazione.Le condanne più pesanti sono state inflitte a Antonino Pipitone (9 anni), capomafia di Carini, e a Giuseppe Lo Duca (8 anni e 4 mesi). Otto anni la pena decisa per il boss di Torretta Angelo Pipitone.Gli altri imputati sono stati condannati a pene comprese tra un anno e 4 mesi e 6 anni e 8 mesi. Il risarcimento del danno, chiesto dalle parti civili, tra le quali c'era l'associazione antiracket Addio Pizzo, verrà liquidato in sede civile. Il giudice non ha assegnato neppure le somme chieste a titolo di provvisionale.
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