Rapine, furti in appartamento, scippi, sequestro di persona, spaccio di droga, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, bancarotta fraudolenta, associazione per delinquere, incendio, ricettazione, violenza sessuale … ... sono solo alcuni dei reati ‘minori’ per i quali non sarà più possibile fare intercettazioni. Che rimarrebbero riservate solo a mafia e terrorismo. Ma anche questo, nei fatti, non sarà vero. Un magistrato, che ha lavorato con Falcone e Borsellino, spiega perché.I magistrati, come si sa, hanno l’obbligo di applicare la legge. Tutte le leggi, anche quelle che non condividono, anche le leggi che non reputano giuste. Quindi, come è ovvio, i magistrati applicheranno anche la nuova legge sulle intercettazioni che, secondo quanto fa supporre il dibattito politico degli ultimi mesi, il governo Berlusconi farà presto approvare dal parlamento. Il fatto, però, che ogni magistrato abbia tale dovere non fa venir meno il diritto di esprimere il proprio punto di vista tecnico sugli effetti di tale legge, avendo anzi il dovere di informarne i cittadini e, su un piano di lealtà istituzionale, anche il parlamento che si appresta a vararla. Dovere che diventa ancora più urgente in presenza di un dibattito mediatico come quello in corso, letteralmente dominato da falsi slogan, luoghi comuni deformanti, fraintendimento e manipolazione dei dati. Per svelenire il dibattito, per portarlo fuori dall’arena dello scontro politico al calor bianco e ricondurlo all’interno del recinto del confronto delle idee, occorre allora un’operazione preliminare: ristabilire la verità dei fatti.
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http://www.antimafiaduemila.com/content/view/11190/48/
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