Un buco di bilancio da 200 milioni di euro, un dipendente ogni 30 abitanti, ottomila in più rispetto a dieci anni fa, 26 milioni di debiti fuori bilancio nel 2007 e il 72 per cento delle spese correnti occupato dagli stipendi. Sono i numeri del grande buco del Comune di Palermo, bene evidenziati da un lungo articolo di Gian Antonio Stella sull'edizione odierna del Corriere della Sera.
Il quadro che viene fuori dalle cifre sciorinate dal quotidiano milanese è impietoso: solo per la nettezza urbana Palermo impiega un dipendente ogni 259 abitanti, operaio che ogni anno raccoglie mediamente 164 tonnellate di rifiuti. Per rendere bene l'idea, Torino, città con il doppio degli abitanti, per la nettezza urbana impiega un dipendente ogni 577 abitanti ottenendone il triplo dell'efficienza con 491 tonnellate raccolte.
Per occuparsi del verde urbano, a fronte di una quota simile di circa duemila ettari, Torino spende meno della metà di Palermo: 12 milioni contro 27. Ancora più scandaloso lo sperpero di denaro per le società partecipate. 247 milioni versati per poi avere un servizio come quello della nettezza urbana di cui sopra. O per vedere la metà degli autobus dell’Amat fermi nelle rimesse e inutilizzati perché guasti, senza dimenticare l’assunzione di 110 autisti tutti senza la patente per guidare gli autobus. Insomma lo spreco di denaro pubblico in Sicilia tocca vette irraggiungibili ma il sindaco Cammarata continua a ripetere che i bilanci sono a posto e che tutto va bene, un po’ come i musicisti del Titanic che continuavano a suonare mentre il transatlantico affondava. Stella, alla fine del suo pezzo, si chiede se il federalismo riuscirà a portare ordine in questa disastrosa situazione. La risposta, onestamente, sembra più che scontata.
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/44598/buco-comune-palermo-assomiglia-sempre-voragine-numeri-impietosi-gestione-scellerata-delle-risorse-pubbliche.htm
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