martedì 21 luglio 2009

Ciancimino: "Perché l'Antimafia non sentì mio padre?"

"Mi chiedo perché la commissione Antimafia non ha mai voluto ascoltare mio padre Vito, nonostante lui stesso l'abbia richiesto più volte. In questo senso, ricordo la frenesia epistolare di mio padre nei confronti di Palazzo San Macuto". Lo ha detto Massimo Ciancimino, figlio di Vito, durante un talk show in onda su Telelombardia. "Comunque, se la commissione mi chiamerà - ha aggiunto Ciancimino - andrò, come vado dovunque mi chiamino per testimoniare. Non sono un pentito né aspiro a entrare in alcun programma di protezione. Ho fatto quello che posso fare. Ho paura per quello che riguarda la mia famiglia, il mio contesto familiare - ha ammesso - In tanti continuano a dirmi 'ma chi te lo fa fare?'. Ho detto al pm Ingroia: quando arriviamo a 10 persone che mi dicono 'ma chi te lo fa fare?', significherà un fallimento completo".
"Non trovo opportuno dare notizie di questo tipo quando c'è attività da parte dei magistrati", ha detto Ciancimino rispondendo, durante il talk show, al giornalista Giuseppe Lo Bianco (Ansa) che gli ha chiesto se avesse già depositato il famigerato 'papello', il foglietto sul quale sarebbero scritte le 'richieste' di Cosa nostra per far cessare le stragi mafiose del 1993. "Tutto quello che posso sapere e che è a mia disposizione è all'esame delle procure preposte all'indagini - ha detto Ciancimino - La magistratura ha le carte, ha tutto e avrà tutto".
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