domenica 19 luglio 2009

Israele intensifica le azioni razziste nella Palestina occupata

Il Palestinian Return Center ha espresso profonda preoccupazione per le pratiche israeliane nei Territori Palestinesi occupati. Le leggi internazionali, le risoluzioni ONU, la Corte internazionale di giustizia, la Quarta convenzione di Ginevra e molte altre carte vengono ripetutamente e palesemente violate da Israele, cosa che viene accolta con un riprovevole silenzio sia dalla comunità internazionale che dal mondo arabo e musulmano. Con l'arrivo del neo-eletta esecuzione israeliana, un numero ancora maggiore di pratiche razziste viene portato avanti ai danni dei palestinesi. Giudaizzare Gerusalemme tramite la pulizia etnica e l'espulsione forzata di cittadini di etnia araba è d'abitudine. Inoltre, in uno sforzo fatto per negare la cultura e la storia dei palestinesi, è stata varata ieri dal regime israeliano la vergognosa legge che porterà all'ebraicizzazione dei nomi delle città arabe. Dal momento in cui l'esecuzione di Netanyahu è salita in carica, a Gerusalemme sono stati emanati più di 1600 ordini di demolizione. Centinaia di questi sono stati attuati, risultando nello sfratto di migliaia di palestinesi. Dettaglio disgustoso: alcuni imprenditori israeliani offrono servizi di alloggio nei terreni delle case demolite, con prezzi ridotti per i soli ebrei. Fonti palestinesi a Gerusalemme riferiscono che più di 80 case hanno ricevuto avvisi di demolizione nel quartiere di al-Bustan, un'area che si progetta di trasformare interamente in giardini per gli israeliani. La delibera emanata ieri dal ministro israeliano dei Trasporti Yisrael Katz è la dimostrazione chiara dell'impegno israeliano nei confronti dello "stato ebraico". La decisione punta a convertire in ebraico i nomi delle città arabe, noti come tali da migliaia di anni. Il Cpr la considera una mossa in direzione dello sradicamento dell'identità palestinese. In Cisgiordania, la costruzione d'insediamenti illegali, la confisca delle terre e la costruzione del Muro dell'Apartheid non hanno fine.
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